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Il 2012 della Cassa di Risparmio di Foligno

La Cassa di Risparmio di Foligno chiude la sua lunga storia per entrare nella Banca dell’Umbria sotto Intesa Sanpaolo. Anche se non ci sono notizie ufficiali, si sta lavorando alla nascita di una banca unica denominata Cassa dell’Umbria. Questa sostituirà le quattro Casse di Risparmio di Foligno, Spoleto, Città di Castello, Terni e Narni, ed anche le 10 filiali di Intesa Sanpaolo e le 17 di Cassa di Risparmio di Firenze già presenti in Umbria. Non ci saranno direttori generali né consigli di amministrazione, perché la struttura organizzativa dovrebbe cambiare in modo radicale con la direzione affidata alla Cassa del centro più grande, quella di Firenze. Sono previste filiali che diventeranno capogruppo con la chiusura di sportelli per eliminare doppioni (a Foligno, per esempio, oltre la Cassa di Risparmio è presente la Cassa di risparmio di Firenze e una filiale della stessa Intesa). Dal gruppo bancario italiano, maggiore azionista della banca dei territori, questa ristrutturazione radicale viene chiamata “semplificazione progressiva”. Si tratta di un modello mai sperimentato in Umbria. È vero che si sono già avuti in passato accorpamenti significativi di banche locali, come tra Cassa di Risparmio di Perugia e Unicredit, ma una chiusura contemporanea di marchi storici, che coinvolge anche le Fondazioni, non si è mai verificata. Alle Fondazioni delle Casse, che sono le maggiori azioniste dopo Banca Intesa, l’istituto nazionale propone l’acquisto delle loro quote, con scambio azionario e non con corrispettivo di contante, che era invece la soluzione preferita dalle stesse Fondazioni. La Cassa dell’Umbria con ogni probabilità avrà la sua direzione a Terni, la banca più grande; mentre altri uffici saranno dislocati a Spoleto. Per la presidenza circola il nome di Cianetti, con D’Ingecco nel consiglio di amministrazione. Ogni città sembra così accontentata, ma la direzione non spetterà agli umbri. Il personale verrà utilizzato in modo diverso: una parte sarà riconvertita a nuove mansioni, un parte collocata in quiescenza. Se la funzione bancaria resterà la stessa, cioè l’intermediazione finanziaria, cambieranno i modi e le procedure di accesso al credito, con accentramento di funzioni e trasferimento della direzione. Appare inevitabile la riduzione di qualche decina di filiali. Per quanto concerne i benefici dell’operazione di riordino, si parla di snellimento nella gestione del credito e di riduzione dei tempi di risposta ai clienti, di accorpamento di filiali senza che venga meno la capillarità territoriale della banca. Sarà il tempo a verificare l’efficacia o meno della fusione delle Casse umbre. Ma il nostro territorio, abituato a vedere nella Cassa di Risparmio un sicuro punto di riferimento, manterrà un potere decisionale? Potrà sperare nella conferma di politiche di investimento e sostegno a imprese e famiglie? Le uniche banche propriamente territoriali resteranno soltanto quelle del credito cooperativo? E quale sarà il ruolo delle Fondazioni? C’è spazio per una nuova banca di Foligno che raccolga l’eredità della defunta Cassa? Sono domande che la Gazzetta intercetta e rilancia.

© Gazzetta di Foligno – ANTONIO NIZZI

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