Settimana politica 2011 – 45
Ennesima “brutta figura” del Consiglio comunale
Ancora un Consiglio senza numero legale: assenti nella maggioranza i consiglieri del Partito Democratico Borscia, Stancati e Angeli e i due socialisti Belmonte e Ciancaleoni, nonché il vice-sindaco Romagnoli. I tre – non di più! – rappresentanti dell’opposizione presenti, Meloni, Maggiolini e Pichelli, sono usciti dall’aula, determinando così la mancanza di numero legale (16 consiglieri). Che il Consiglio non abbia più molto potere rispetto alle prerogative di Sindaco e Giunta non è un motivo valido perché i consiglieri lo boicottino. L’assenza dei socialisti è prova che esiste qualche difficoltà di rapporto con il PD e la sinistra. Se la responsabilità dell’assenza è personale, i partiti, specie quelli di governo, hanno l’obbligo di garantire il numero legale per approvare pratiche e adempimenti che la Giunta propone. L’opposizione, che approfitta di questa incresciosa situazione, non ha meno obblighi dei colleghi di maggioranza. Troppo facile e comodo defilarsi, più difficile lavorare per migliorare le scelte dell’amministrazione. È stata un’altra brutta figura dei consiglieri comunali – dopo quella denunciata giorni fa dalla Gazzetta – che impedisce il regolare funzionamento dell’istituzione. I partiti, che oggi sono sempre meno luoghi di dibattito e di formazione, dovranno richiamarli ad onorare l’impegno assunto con gli elettori.
Ingresso dei privati nella VUS
Entro marzo prossimo, con asta pubblica, dei soci privati entreranno nella VUS, settore rifiuti, con il 40% del capitale. È la legge nazionale che lo impone. Se la gestione idrica rimane solo pubblica, quella dell’igiene urbana sarà in parte privatizzata. Si discute sulla catena dei rifiuti, che comincia con la raccolta differenziata, prosegue con il compostaggio per una parte e con il viaggio in discarica per un’altra. In Umbria la Regione ha in cantiere la costruzione di un termovalorizzatore, cioè brucia-rifiuti; mentre l’associazione industriali dell’Umbria propone che si utilizzino i cementifici per distruggere il cdr (rifiuti organici assemblati insieme) nei loro forni.
Sinistra ed ecologia e Rifondazione sono critiche su entrambe le soluzioni (ingresso dei privati e rifiuti bruciati nei cementifici e nei termovalorizzatori). L’associazione industriali fa l’esempio della regione Puglia, dove governa Vendola di Sel, che ha approvato la scelta di utilizzare i forni dei cementifici, anziché costruire nuovi impianti che costano milioni. I fumi non sono nocivi alla salute, assicurano gli imprenditori umbri.
Legambiente e WWF non contrari a bruciare rifiuti nei cementifici
Le due associazioni che si battono per l’integrità dell’ambiente non sono contrarie a utilizzare il composto derivante dall’assemblaggio dei rifiuti, specie quelli organici, come combustile per le fornaci. La cementeria diverrebbe così luogo di recupero totale e sicuro – con la tecnologia si evita la formazione di diossina, dannosa per la salute dell’uomo e della natura -, a differenza di inceneritori e termovalorizzatori, che creano residui da smaltire. Le scelte della politica non hanno più molto tempo, perché le discariche sono sotto forte pressione, inquinano, emanano cattivi odori, e perché i termovalorizzatori non possono rappresentare la soluzione ottimale.
© Gazzetta di Foligno – GIANCARLO ANTONELLI