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La piscina comunale: un vaso che ancora non trabocca

Finalmente! Questo ho pensato quando mi sono accorto che un altro asciugacapelli non funzionava. Ce ne sono disponibili solo otto nello spogliatoio maschile della piscina comunale, ma ora due non funzionano. Ne restano sei per tutti gli utenti che, pazientemente, aspettano il loro turno. D’altronde, per frequentare la piscina, bisogna essere temprati non solo nel fisico, ma anche nello spirito: prima di asciugarsi i capelli tutti hanno provato a farsi la doccia aspettando che uno dei box funzionanti si liberasse. Anche questi appaiono in un crescente stato di degrado con porte mancanti, tubi staccati, rubinetti inservibili che giacciono a terra.
Siamo ottimisti e quindi pensiamo: magari questa è la goccia che farà traboccare il vaso; stavolta chi gestisce l’impianto prenderà in mano la situazione e comincerà una seria opera di manutenzione. Sappiamo bene che ci sono problemi strutturali difficilmente risolvibili: ad esempio, sistemare la copertura del grande vano dove sono posizionate le vasche sarà complicato; certo, viene anche da pensare che chi ha architettato un controsoffitto in metallo poteva prevedere che questo prima o poi si sarebbe arrugginito. Il vapore (si sa) tende ad andare verso l’alto e lassù solidifica ossidando le strutture; a quell’altezza si formano grosse gocce (color ruggine appunto) che cadono sul pavimento formando ampie macchie marroni che impregnano le mattonelle e male si intonano con l’originale decoro azzurrino. A dire la verità questo non è l’unico problema del pavimento: a bordo vasca, in particolare, la pendenza non è proprio perfetta e così si creano piscine accessorie con relativi rischi per la sicurezza di chi cammina in ciabattine.
Ci sono però grandi spazi negli spogliatoi e, se ci fosse almeno il doppio delle panche attualmente disponibili, sarebbero perfetti. Ad essere pignoli mancano anche gli appendiabiti, ma non si può avere tutto dalla vita. Per tornare al problema iniziale, ci si chiede anche perché i pochi asciugacapelli siano concentrati nella stanza più piccola.
La piscina comunale è lo specchio dei nostri tempi, in cui utenti e amministratori ingaggiano gare al ribasso per dimostrare senso civico; il risultato è però sotto gli occhi di tutti: un degrado inarrestabile di cui fanno le spese soprattutto le giovani generazioni, primi fruitori di questo impianto sportivo. Nonostante l’orario di apertura ridotto (la mattina l’impianto rimane inspiegabilmente chiuso al pubblico), la manutenzione risulta necessaria e, se si chiedono spiegazioni, si assiste al solito valzer di scuse: non ci sono i fondi, forse i lavori ci saranno alla prossima stagione, faremo presente… ma dipende sempre da altri.
Eppure è bello vedere istruttori appassionati che seguono ragazzi entusiasti, l’allegria che nonostante tutto pervade l’aria e la soddisfazione dei genitori che si godono i progressi dei propri figli che escono dall’acqua stanchi e gocciolanti. Chissà se la prossima goccia farà traboccare il vaso, chissà quale sarà il primo intervento di manutenzione di cui beneficeremo; un dubbio però ci assale: non sarà che il vaso non trabocca perché la piscina è bucata? Speriamo di no, altrimenti attenderemmo invano.

© Gazzetta di Foligno – FRANCESCO FELIZIANI

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