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Settimana Politica 2011 – 42

Tolta la pensione ai consiglieri regionali
Dalla prossima legislatura dell’assemblea regionale sarà abolita la pensione dei consiglieri. Quelli in carica potranno decidere tra la corresponsione del vitalizio o la liquidazione dei contributi versati. La legge redatta dall’ufficio di presidenza dovrà essere approvata dal Consiglio. Un’altra proposta, denominata “contributo di solidarietà”, stabilisce una riduzione mensile delle indennità di consiglieri e assessori del 10% sulla somma eccedente i 90 mila euro lordi. Il presidente Eros Brega ha raccomandato una rapida approvazione, cioè entro l’anno. Termina così un privilegio incomprensibile; ma restano ancora alti gli stipendi mensili dei consiglieri regionali. Dal 1970, anno di fondazione della Regione, sono sempre lievitati i costi della struttura istituzionale. La classe dirigente si è guardata bene dal comprimerli, dimostrando poca moderazione e scarso senso civico.

Parla ora chi dovrebbe tacere
Alcuni ex-presidenti e consiglieri regionali, che usufruiscono della pensione da anni, oggi denunciano le elevate spese di mantenimento dell’ente Regione. Comodo, per loro a pancia piena, pretendere sacrifici da altri, come se non avessero concorso anche loro ad un indebitamento così alto della nostra regione, che in quarant’anni non ha lesinato assunzioni in enti e società, con centinaia di quadri direttivi e funzionari. Oggi i vocaboli ricorrenti sono ridimensionare, ridurre, accorpare: ovvero, corriamo ai ripari prima che sia troppo tardi. Peccato che a dirlo siano proprio i responsabili del danno.

Riforme regionali: scontro sull’abolizione dei consorzi di bonifica
La semplificazione amministrativa dell’ordinamento umbro, il cui disegno di legge è stato approvato all’unanimità il 7 settembre, deve essere concretizzata. Oltre alla riduzione delle aziende sanitarie, alla nascita di “umbria mobilità” – trasporto pubblico – e dell’agenzia forestale – che assorbe le comunità montane -, si discute se abolire i consorzi di bonifica e quindi la relativa tassa che in Umbria pagano in 182.000, compresi noi folignati. Le funzioni svolte dai consorzi bonificazione dovrebbero essere delegate alla nuova agenzia forestale; ma togliere la tassa non è cosa semplice, considerato che vale intorno a 6 milioni e che costerà ricollocare i dipendenti.

Ridisegnare la struttura comunale
La proposta di semplificazione abbraccia anche i Comuni, enti territoriali che hanno creato strutture parallele, come società di scopo e di servizi, che hanno aggravato i costi e di contro aumentato le somme da prelevare ai cittadini. Se guardiamo Foligno, il Comune ha dovuto fare marcia indietro su scelte sbagliate, chiudendo società come la Foligno Nuova e il Mattatoio; ha dilapidato risorse capitalizzandone continuamente altre come la Fils; deve governare la più grande azienda pubblica del territorio, la Vus. Il coraggio di semplificare passa dunque da scelte coraggiose locali, stimolate da quelle centrali (la Regione). Se non saranno attuate, ci troveremo costretti a farle, con conseguenze che non si possono prevedere.

Filipponi propone risparmi
La proposta di Impegno Civile rivolta alla Giunta di ridurre le indennità di sindaco e assessori e ai colleghi consiglieri di rinunciare ai gettoni di presenza non ha avuto seguito. Gli stipendi della Giunta, ridotti a seguito di una legge dello Stato, sono comunque superiori a quelli medi di operai e impiegati. Forse si potrebbe fare a meno di qualche assessore, considerato che deleghe simili si confondono e si intrecciano.

© Gazzetta di Foligno – GIANCARLO ANTONELLI

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