Il no-profit ci salverà (dalla crisi)
Dalla conferenza di Nemetria un monito: non si esce dalla crisi senza un rinnovamento etico
La conferenza annuale di Nemetria “Etica ed Economia”, giunta alla XX edizione e incentrata quest’anno sul tema “Individualismo e corpi sociali nel processo di globalizzazione”, sarà ricordata inevitabilmente per gli interventi mancati di Corrado Passera, neo-ministro dello sviluppo economico e delle infrastrutture (impegnato a Bruxelles assieme al presidente Monti), e di Roberto Napoletano, direttore de “il Sole 24 ore” (che ha dato forfait all’ultimo minuto per sopraggiunti impegni).
L’emergenza della crisi economica che sta attraversando l’Europa, ma in particolare il nostro Paese, oltre ad entrare prepotentemente nei contenuti delle relazioni degli intervenuti, ha così lasciato un segno anche nello svolgimento dei lavori. Nonostante ciò, da Palazzo Trinci è uscito un messaggio forte. Incorniciato tra l’introduzione del Prof. Angelo Maria Petroni, il contributo dell’imprenditore Andrea Merloni, il video-messaggio di Paolo Savona (che ha ribadito la necessità improrogabile che venga individuato un “prestatore in ultima istanza” ,per garantire i debiti degli Stati) e le conclusioni di Giuseppe De Rita, presidente del Censis e di Nemetria, l’intervento del professor Giulio Sapelli, ordinario di Storia Economica all’università di Milano, ha scosso il pubblico di personalità locali e studenti che affollava la sala conferenze di Palazzo Trinci.
Non si esce dalla crisi, ha spiegato il professore, con un un’iper-regolazione dei mercati (idea parasovietica), ma attraverso un’obbligazione morale, un’auto-regolazione basata sul senso di giustizia. Se non siamo davanti alla fine del capitalismo in sé, secondo Sapelli, ci troviamo probabilmente di fronte alla fine del “monismo proprietario”: l’obiettivo della massimizzazione del profitto non può reggere le sfide della post-globalizzazione. Ne sono riprova le enormi disparità che tale principio produce, fino ad arrivare ad inceppare lo stesso meccanismo economico. Le grandi concentrazioni di denaro, infatti, non alimentano il meccanismo virtuoso della produzione e della distribuzione, ma speculazioni che si nutrono di se stesse. Occorre popolare i mercati di nuove organizzazioni che instaurino una polifonia proprietaria (cooperative, no-profit…), soggetti che tra l’altro dimostrano in questa critica fase tutto il loro valore anticiclico. Lo studioso non ha risparmiato affermazioni che hanno fatto sobbalzare l’assise: “l’idea riduzionistica dell’economia che comanda la società è la vera arma di distruzione di massa di questi anni… Una tragicità divenuta forma di governo.” Ancora una volta dallo sforzo del motore instancabile di Nemetria, Leonello Radi, è nato un momento di raro valore scientifico e culturale. Quanto al ministro Passera, lo ha ricordato lo stesso Radi, ormai ha un debito verso la città. Ci aspettiamo quindi di poterlo ascoltare presto.
© Gazzetta di Foligno – VILLELMO BARTOLINI