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Crescono a Foligno le richieste di aiuto

È stato presentato a Roma l’undicesimo Rapporto Caritas-Zancan su povertà ed esclusione sociale in Italia. Significativo il titolo: Poveri di diritti. Preoccupanti le situazioni di povertà materiale registrate dalla Caritas, che vede un forte aumento di persone rivolgersi ai suoi centri di ascolto. I dati nazionali dicono che poco meno di tre milioni di famiglie vivono in povertà, per un totale di oltre otto milioni di cittadini. Accanto agli stranieri, cresce soprattutto il numero degli italiani, dei cosiddetti “nuovi poveri”: sono donne in difficoltà, sono giovani che non studiano e non lavorano, ma anche adulti e famiglie che mai prima avevano sperimentato l’umiliazione delle ristrettezze economiche e dell’impoverimento in un’epoca di allettante consumismo. Se in Italia la povertà aumenta, l’Umbria appare in leggera controtendenza rispetto alla media nazionale, benché le difficoltà dell’economia e la precarietà del lavoro continuino ad aggredire il nostro territorio. Da noi c’è ancora una diffusa rete di solidarietà familiare che funziona da ammortizzatore sociale: sono i genitori e i nonni che, con il proprio reddito, riescono a difendere i giovani dalla disoccupazione e dalla precarietà. Regione ed Enti locali, inoltre, stanno prendendo la via della riorganizzazione della spesa pubblica per selezionare le priorità, diminuire gli sprechi e rispondere con politiche sociali più adeguate alle povertà di ritorno. Infine c’è il diffuso soccorso della Chiesa umbra, sia con i Centri di ascolto Caritas, sia con il Fondo regionale di solidarietà voluto dai Vescovi per le famiglie in difficoltà, che ha già erogato in due anni più di 1.800.000 euro a fondo perduto. E la situazione della nostra città? Una conversazione con Mauro Masciotti, direttore della Caritas diocesana, rivela un quadro preoccupante e amaro. “Il morso della crisi si fa sentire in maniera grave – ci dice – e aumenta sempre di più il numero dei folignati che chiedono aiuto: sono famiglie del ceto medio alle prese con la perdita di lavoro e l’indebitamento; sono imprenditori dell’edilizia e della ristorazione che non vanno più avanti; sono coppie o singoli spaventati da un futuro incerto e tormentato, dove già vedono una forte diminuzione di benessere e di possibilità”. Dopo gli esempi, ecco i volti delle nuove povertà che la Caritas di Foligno quotidianamente incontra: persone cinquantenni senza lavoro o in procinto di perderlo, o in cassa integrazione, ma senza prospettive di trovare un’altra occupazione; famiglie sempre più vulnerabili per eventi imprevisti, come la sottoccupazione, il lavoro nero, l’impossibilità di accesso al credito, le situazioni di non autosufficienza; divorziati alle prese con gli effetti della separazione quasi sempre rovinosi per entrambi, soprattutto per la figura maschile. Ma oggi l’impoverimento delle famiglie deriva anche da una cittadinanza incompiuta, dall’incapacità di valutare prospettive e stili di vita e di rinunciare a determinati livelli di consumo. Intanto, l’assistenza sociale è alle prese con la riduzione delle risorse. È questo il volto della crisi che fa più paura.

© Gazzetta di Foligno – ANTONIO NIZZI

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