A Todi i cattolici riprendono l’iniziativa
“Buona politica per il bene comune”: i leader delle associazioni, dei movimenti e delle organizzazioni di ispirazione cristiana che fanno riferimento al magistero sociale della Chiesa, il 17 ottobre si confrontano a Todi su politica, economia e società. Tra la prolusione del cardinale Angelo Bagnasco e le conclusioni del segretario della Cisl Bonanni, i lavori affrontano tre emergenze: ripartire dai valori per fare comunità, costruire una politica orientata al futuro, individuare le leve per una stagione di sviluppo. L’evento sta suscitando più attenzione del solito da parte delle forze politiche e degli osservatori delle vicende ecclesiali. Ci si chiede: in un momento in cui la seconda Repubblica va esaurendosi ed è in gioco il futuro del Paese, dove sta andando e come si orienterà politicamente il variegato mondo cattolico? Come utilizzerà il proprio radicamento sociale, che è cresciuto nel tempo e che ora vuol dire la sua per rinnovare la cultura politica del paese? Non è in agenda la rifondazione del partito cattolico o di un partito di cattolici, quanto piuttosto lo sforzo di dare rappresentanza politica a quel radicamento del cattolicesimo sociale che ha maturato competenze in molti settori – accoglienza, formazione, famiglia, giovani, cultura, cooperazione, volontariato sociale – e ha idee importanti sulla visione dell’economia, del bene comune e della sussidiarietà, dell’impresa e dell’occupazione. Quando gruppi e organizzazioni entrano nello spazio pubblico anche con le loro convinzioni religiose, lo fanno sempre nel rispetto della laicità, portando cioè ragioni, valori e proposte politiche comprensibili (anche se non condivise) pure dagli altri. È certo che i cattolici hanno valori e principi, e proprio per questo cercano di realizzarli il più possibile in percorsi politici partecipati anche da altre forze e culture. A Todi i cattolici avranno molto da dire al Paese sui grandi temi ed è bene che le forze politiche si sforzino di ascoltarli senza strumentalizzazioni. Eventuali critiche, se ci saranno, ci saranno per tutti, anche per l’antipolitica che va crescendo a dismisura. I cattolici riuniti a Todi vogliono parlare di futuro e lanciare un messaggio di speranza e lo fanno con una duplice consapevolezza: la prima, è di essere anche loro – come cittadini, elettori o militanti politici – corresponsabili del deficit politico e civile, prima che economico, che ci sta impoverendo; la seconda, è di portare, come espressione importante della società civile, idee e proposte per servire il bene dell’Italia con quanti ricercano un terreno di valori condivisi. Dopo quasi vent’anni dalla fine della Dc e l’inizio del pluralismo politico dei cattolici, questo cammino d’incontro e di unità è un fatto nuovo, capace di stimolare la comunità politica, quella ecclesiale e i loro reciproci rapporti. Non si tratta tanto di ricollocare il voto dei cattolici, quanto di renderli più protagonisti di fronte alla crisi del Paese. E di richiamarli, se hanno responsabilità politiche, a rappresentare meglio anche le istanze dell’associazionismo cattolico, oggi più diffuso e vivace che mai.
© Gazzetta di Foligno – ANTONIO NIZZI