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“Da grande farò il… Cavaliere”

Per vivere il catechismo si possono usare alcuni eroi dei cartoni animati particolarmente amati dai bambini come il Draghetto Grisù. Il simpatico Draghetto è comparso per la prima volta in televisione nel 1975 su Rai Uno grazie ai disegni dei grafici Nino e Tony Pagot (gli stessi autori di Calimero), che lo idearono per una campagna pubblicitaria su Carosello. Visto il successo del personaggio, vennero realizzati parecchi cartoni animati della durata di circa 30 minuti. Il sogno di Grisù è quello di entrare a far parte del Corpo dei Vigili del Fuoco, cosa assai strana per il suo essere drago, e il suo motto è “Da grande farò il pompiere!”. Lo sa bene suo padre Fumè, rispettato rappresentante di una nobile stirpe di draghi sputa-fuoco, per cui chi nasce drago fa il drago e basta! Ma, con grande dolore di suo padre, Grisú non è d’accordo: anche un drago può aspirare a qualcosa di diverso che lo faccia uscire dal ruolo di malvagio in cui lo relega una secolare tradizione. L’esperienza e il carattere del Draghetto si prestano per introdurre i ragazzi al tema della Vocazione e della Missione che Dio semina nella nostra natura umana fin dal dono della vita, e feconda con il dono del Battesimo, chiamandoci alla dignità di figli e alla responsabilità di fratelli. Quando ho chiesto ai bambini di entrare nel personaggio Grisù e gridare il proprio motto, ne sono uscite le espressioni più diverse: il calciatore (gettonatissimo), il dottore, la maestra, l’avvocato, l’aviatore, il meccanico, l’attrice… Un bambino entusiasta a braccio teso ha urlato: “il cavaliere della Quintana!” Invitati i ragazzi a motivare le loro scelte, attendevo con ansia di conoscere le risposte dell’aspirante Cavaliere, sperando che il suo zelo alzasse il tono morale e valoriale delle riposte degli altri bambini persi tra successo, fama e interessi personali. “E te F. perché da grande vuoi fare il cavaliere della Quintana?” Ho richiamato l’attenzione del gruppo confidando in un’affermazione decorata di onore, gloria della vittoria sul male, coraggio, lealtà, fedeltà, o qualsiasi altro valore che designa le caratteristiche dei 10 cavalieri (il fedele, l’audace, il baldo, il generoso…). Ma la sorridente e convinta risposta è stata: “Perché guadagna tanti soldi, e poi mangia gratis in taverna!” “Caduto da cavallo”, ho impiegato qualche secondo a rialzarmi e a riprendere la catechesi cercando di far comprendere il vero senso della vocazione e della missione anche nelle attività lavorative e ludiche. Non nego però, che in questi tempi di crisi e manovre, tutte le piste vanno battute, e che una domanda sorge spontanea e inopportuna: “Quanto guadagna un cavaliere?”.
© Gazzetta di Foligno – GIOVANNI ZAMPA

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