Visita Pastorale Annifo – Cassignano – Arvello
Cronaca della visita
Per noi di Annifo le feste di “Ferragosto” non sono finite con la commemorazione dell’Assunzione, ma sono continuate martedì 16 con l’inizio della visita pastorale di Mons. Gualtiero Sigismondi alla nostra Parrocchia, accolto dal parroco don Flavio Orazi.
All’ Eucaristia delle ore 17, celebrata nella chiesa parrocchiale dedicata a S. Elena e S. Celestino, erano presenti gli abitanti e coloro che tornano ogni anno per le ferie al paese di origine.
In riferimento al brano del Vangelo di Matteo, Mons. Sigismondi ci ha ricordato che “la vita eterna viene assicurata a coloro che non solo lasciano tutto, ma lasciano soprattutto se stessi”. Ha messo poi queste parole in relazione con la responsabilità che Dio affida a Gedeone che tentenna nell’accettare l’incarico di guidare il popolo di Israele perché conta solo sulle proprie forze e non si affida totalmente a Dio. Gedeone accetta solo quando Dio gli dice: “Io sarò con te”. Ha proseguito il Vescovo: “Voi di questa parola avete fatto esperienza, quando non molti anni fa avete subito l’evento sismico che è stato rovinoso per questa comunità… E anche allora il Signore ha risposto a voi: “Io sarò con te”. Mons. Sigismondi a conclusione dell’omelia ha spiegato il motivo della sua visita: “Vengo…col desiderio di poter leggere quello che il Signore ha compiuto e di poter indicare quello che il Signore intende compiere con ciascuno di voi”. L’incontro è continuato nei locali della Pro Loco, dove abbiamo consumato la cena in compagnia di Mons. Vescovo, che non ha perso l’occasione per sottolineare il valore dell’amicizia, della condivisione e della fraternità.
Nei giorni 17 e 18 Sua Eccellenza, sempre accompagnato da don Flavio, ha visitato i paesi di Cassignano e di Arvello, dove ha celebrato la Messa e si è intrattenuto cordialmente con gli abitanti.
Ma il momento più suggestivo è stato quello di Venerdì 19, quando Mons. Sigismondi ha celebrato la S. Messa nella cappellina del cimitero, dedicata alla Madonna del Piano. Eravamo in tanti e alcuni con gli occhi lucidi. Sotto la volta che ancora mostra i dipinti del ‘400, il Vescovo ha posto l’accento sul valore del pianto: anche Gesù ha pianto. “Le lacrime non devono essere segno della disperazione, non possono essere nemmeno il segno della rassegnazione… ma l’inchiostro della speranza… perché la morte non è l’ultima parola della vita…l’ultima parola l’ha detta il Signore il giorno di Pasqua”. Il Vescovo, poi, sempre accompagnato dal parroco, ha visitato il camposanto soffermandosi sulle tombe dei sacerdoti.
Sabato 20 è stato dedicato a chi desiderava conferire con il Vescovo ed ai bambini; significativa la visita fatta ad alcuni malati e alle loro famiglie.
La grande giornata è stata però domenica 21: infatti la fine della visita pastorale è coincisa con la festa patronale di San Celestino. Nella gremitissima chiesa alle ore 11,30 il Vescovo, accompagnato dal diacono Cristiano, ha celebrato la Messa solenne, animata, come tutte le altre liturgie, dai canti della corale. Il Vescovo teneva il Pastorale ed ha ricordato che proprio un pastore di Annifo gli ha detto che il bastone serve sì per guidare le pecore, ma anche per appoggiarsi e riposarsi. Considerando la domanda che Gesù pone ai discepoli su che cosa la gente dica di Lui, Sua Eccellenza ci ha invitato a pensare ”che questa domanda oggi il Signore la faccia a ciascuno di noi. E quale risposta daremo?… Questa è la vera domanda da cui nessuno può scappare… La confessione di fede dell’apostolo Pietro, tu sei il Cristo, è la roccia su cui si edifica la Chiesa…che nessun terremoto è riuscito a minare… né il terremoto delle persecuzioni… né quello degli scandali.. e nemmeno il terremoto dell’insensibilità, della sufficienza con cui talvolta noi stessi viviamo la nostra fede”. A conclusione Mons. Sigismondi ha elogiato la bellezza del nostro paese che è “l’espressione dello splendore della creazione” e ha usato parole di grande stima e gratitudine verso don Flavio, per la dedizione con la quale svolge la sua missione di “padre per gli abitanti”.
Nel pomeriggio si è svolta la consueta processione per le vie del paese con l’urna di San Celestino ed al termine Mons. Vescovo ha impartito la benedizione con la reliquia del Santo.
Sul piazzale della chiesa la banda “S. Cecilia” di Annifo, diretta dal maestro Gilberto Mancini, ha tenuto un applauditissimo concerto. Poi le persone si sono strette intorno al Vescovo: chi voleva salutarlo, chi fargli conoscere i nipotini, chi baciargli l’anello, ma soprattutto fotografarlo e farsi fotografare con lui. Con santa pazienza Mons. Vescovo si è sottoposto a questa dimostrazione di affetto e di amicizia.
Ringraziamo il Signore per il dono di questi giorni intensi di preghiera e di ascolto e raccomandiamo alla Divina Provvidenza Mons. Sigismondi perché lo sostenga ed aiuti nel difficile compito di guidare la nostra diocesi.
© Gazzetta di Foligno – MARINO E GINETTA ORAZI
Notizie storiche sulla Parrocchia di Sant’Elena in Annifo
Notizie accurate sull’origine di Annifo (Andifum) ci dicono che “il profilo plurale dell’insediamento annifano” va posto tra il 1114 e il 1295.
Va notato che il territorio di Annifo, dal punto di vista politico, appartenne al Comune di Foligno fin dal XIII secolo e furono i folignati a costruire un “casserum in castro Sancti Petri” di Annifo nella prima metà del Trecento.
“Tra le varie chiese che sorgevano sul colle dell’Annifo forse la più importante era quella di S. Pietro. Faceva parte della pieve di Cassignano”.
Uno storico precisa che quasi tutte le chiese di Annifo (S. Elena, S. Niccolò, Misericordia, S. Lorenzo, S. Giovanni di Talogna) “appartennero fin dalla fondazione alla diocesi di Nocera”; invece la chiesa di S. Maria di Villalba, oggi scomparsa, appartenne per metà alla diocesi di Nocera e per l’altra metà alla diocesi di Foligno, e questa divisione fu applicata anche alla chiesa di S. Pietro di Annifo, almeno nel XVI secolo.
La chiesa parrocchiale è dedicata a S. Elena; rinnovata nelle sue strutture nel 1720, fu semidistrutta dal terremoto del 1747, riconsacrata dal vescovo di Nocera nel 1750; distrutta pressoché totalmente dal terremoto del 1997, ricostruita successivamente e inaugurata nell’agosto del 2008.
Soltanto nel XX secolo (1937, 5 giugno) la parrocchia di S. Elena in Annifo fu annessa alla diocesi di Foligno.
Nel 1940 questa parrocchia contava 587 anime; ora, pur dopo l’annessione di alcune parrocchie circonvicine, ne conta di meno, 350. In realtà, nel 2010, gli abitanti del solo paese di Annifo sono poco più di 200, e, come avviene per diversi altri insediamenti della montagna folignate, prevalgono gli anziani. Questa situazione demografica comporta il mantenimento delle antiche e forti tradizioni devozionali, le quali però, anno dopo anno, vedono diminuire i devoti.
La maggioranza della popolazione è costituita da coltivatori diretti, dediti soprattutto alla zootecnia.
Il patrono del paese è S. Celestino dal 1778, cioè da quando il corpo di questo martire venne portato da Roma ad Annifo, per indulto del papa Pio VI.
I più recenti parroci di Annifo sono stati Don Ugo Carduccini e Don Dino Ambrogi; attualmente è parroco, dal 1987, Don Flavio Orazi.
Va infine ricordato che nei confini della parrocchia di Annifo sono venerati due santuari: quello di S.Pietro e quello della Madonna del Piano. Purtroppo il terremoto del 1997, che ha distrutto completamente la chiesa di S. Elena in Annifo, ha lesionato molto seriamente altre chiese appartenenti a questa parrocchia: quella della ex parrocchia, estinta nel 1986, di S. Fortunato in Cassignano, e quella di S. Maria Giacobbe in Arvello; la chiesa di S. Andrea a Cariè è crollata; si è salvato invece il santuario della Madonna del Piano. La parrocchia di S. Stefano in Fondi, estinta nel 1986, fu inserita in quella di Annifo, ma pastoralmente è servita dal parroco di Capodacqua. In tutti questi insediamenti si sta verificando lo spopolamento: particolarmente grave quello di Cariè.
DANTE CESARINI
La realtà attuale
Il Parroco di Annifo è monsignor Flavio Orazi; nel territorio della sua parrocchia, oltre la chiesa-madre di Sant’Elena, ci sono quelle di San Fortunato, in Cassignano, e di Santo Stefano, in Fondi, la cappella di Santa Maria Giacobbe, in Arvello, e gli oratori di San’Andrea Apostolo, in Cariè, e di Santa Lucia, in Costa d’Arvello.
Riportiamo di seguito alcune sue risposte al questionario della Prima Visita Pastorale di Sua Eccellenza Monsignor Gualtiero Sigismondi.
Il Parroco, nella prima parte del documento, fra l’altro, afferma: “Qui purtroppo si vive ancora di molte tradizioni”; successivamente scrive che la predicazione della Parola di Dio viene portata avanti “con l’omelia domenicale e anche in tante altre feste” e che le famiglie di quanti si preparano ai Sacramenti, vengono coinvolte, con riunioni , “sia all’inizio del Catechismo, come prima del Sacramenti”.
In riferimento alla vita liturgica, don Flavio fa presente che per l’animazione delle celebrazioni sacre può contare su “Lettori, cantori e organista” e che partecipa alle varie Sante Messe festive “Circa il 30%” della popolazione.
Osserva pure che “c’è moltissima partecipazione alla processione del Cristo Morto, meno al Giovedì Santo ed anche alla Veglia Pasquale, che non è sentita ancora come la Notte di Natale” e che, a chiusura delle Quarant’Ore – Domenica di Pasqua, Lunedì e Martedì -, si tiene la “Processione Eucaristica”.
Su quanto si fa per promuovere il Sacramento della Riconciliazione, il Parroco scrive: “Iniziative per la chiusura del mese di Novembre e soprattutto confessori presenti durante le Quarant’Ore”; aggiunge che egli è “[…] sempre disponibile” e che “ora il luogo per la celebrazione è ottimo”.
In parrocchia lo spirito missionario viene alimentato “Quasi unicamente con la Giornata Missionaria”.
Nella parte del fascicolo, che si apre con l’interrogativo Come siamo Chiesa?, in riferimento ai documenti del Magistero, si legge: “In genere solo i più importanti vengono comunicati pubblicamente nella predicazione ordinaria”.
Don Flavio, poi, informa che “Esiste la Confraternita del Santissimo Sacramento, ma solo come ente patrimoniale”.
Nell’ultima parte annota che in paese “non c’è” la Caritas parrocchiale, mentre, della “Zona pastorale” dice che “ è ormai inesistente”.
SERGIO ANDREOLI