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Rientri il Liceo Classico a Palazzo Barnabò


Non è certo compito della Gazzetta di Foligno dare l’agenda al Consiglio Comunale, ci sia permesso però richiamarne l’attenzione sull’interessante proposta del Presidente Sergio Gentili – riportare il Liceo classico nella sua sede storica di Piazza Spada – avanzata la settimana scorsa dalle colonne del nostro settimanale, proposta che ha riscosso subito condivisione e plauso nei nostri lettori. Né poteva essere altrimenti! Basta avere sfogliato le pagine dei due volumi che abbiamo curato anni fa sulla storia del Liceo classico di Foligno per capire il legame profondo tra la città e il Palazzo Barnabò, storica sede degli studi classici dalla fine dell’Ottocento al 1997. Come dire che non si può fare la storia di Foligno nel ‘900 senza passare anche per l’imponente edificio di Piazza XX Settembre. Da molti interventi di insegnanti e allievi è emerso unanime il rimpianto per una sede troppo frettolosamente abbandonata e la speranza di un suo recupero quale luogo di formazione. Ha scritto Maurizio Salari: “Quando mi sono trovato a decidere, come Sindaco di Foligno subito dopo il disastroso terremoto del ’97, se mantenere o meno il Liceo classico a palazzo Barnabò di Piazza Spada, ho molto esitato prima di scegliere la nuova collocazione. Ho deciso, insieme ai miei colleghi di Giunta comunale, perché… si doveva decidere! Certo, se avessi seguito i sentimenti, avrei preferito conservare la sede di Palazzo Barnabò”. E l’avv. Giuseppe Galligari nel 2002 concludeva la sua intervista con un auspicio. “che il Palazzo Barnabò torni ad essere luogo di scuola e di formazione culturale per i giovani; molto ha dato alla città di Foligno ed un suo recupero culturale può oggi concorrere a ravvivare la stessa vita del centro storico”. E veniamo all’oggi. Quando, dopo il terremoto, si prospettò il trasferimento del Liceo classico presso la sede dell’Ipsia all’interno del “polo scolastico” appena individuato, anche i docenti meno entusiasti preferirono senz’altro la via della collaborazione con le scelte dell’Amministrazione comunale alle prese con l’emergenza. Ora però c’è un ripensamento critico su tutto il fronte. Il problema non è la convivenza tra liceali e ragazzi del professionale, perché, almeno tra docenti e allievi dei due istituti, non si sono mai verificati problemi di alcun genere. Piuttosto, è la sede con la sua organizzazione degli spazi a manifestare tutta la sua inadeguatezza per un corso liceale e per motivi che non è qui il caso di enumerare. Diciamo solo questo: se oggi venisse chiesto al collegio docenti del “Frezzi” di ridiscutere la sede, all’unanimità – ne siamo sicuri perché tra colleghi se ne parla spesso – si chiederebbe all’Amministrazione comunale di rientrare a Palazzo Barnabò. Di più: crediamo che sulla bontà di tale rientro concordino gli stessi consiglieri comunali – e sono molti – che abbiamo visto formarsi nel nostro Liceo classico prima del terremoto. La Gazzetta accetta l’invito a sostenere questa idea, sollecitando i lettori ad intervenire o a lasciare commenti on-line (www.gazzettadifoligno.it). Non si tratta di creare un altro fastidio all’Amministrazione comunale, ma di porre alla sua attenzione un’esigenza molto sentita dai cittadini e soprattutto, nel nostro caso, da chi opera nella scuola e ne conosce i problemi. Tornare sulle proprie scelte quando ne vale la pena è sempre segno di intelligenza politica e di buona amministrazione. E se vale la pena ripensare la destinazione di Palazzo Barnabò, che per ottant’anni la città di Foligno ha identificato con il Liceo classico, Giunta e Consiglio comunale, volendolo, possono verificarlo con serenità. Prima che sia troppo tardi.

© Gazzetta di Foligno – ANTONIO NIZZI

 

L’intervento del Presidente del Consiglio Comunale Sergio Gentili, pubblicato sulla Gazzetta del 17 Luglio 2011

Venerdì 8 luglio, è stata inaugurata la nuova biblioteca comunale dedicata ai ragazzi. Si è trattato di un evento importante non soltanto per il potenziamento e la maggiore qualificazione di un servizio culturale rivolto alle nuove e nuovissime generazioni, ma anche per la scelta della sede: Palazzo Deli. Considero molto felice la decisione di finalizzare alla crescita intellettuale dei più piccoli un luogo così bello e prestigioso, in precedenza adibito a funzioni di rappresentanza. E non c’è, a mio avviso, alcun contrasto tra i nuovi arredi della biblioteca, così colorati e divertenti, e la solennità delle sale del palazzo finemente decorate e da poco sottoposte ad un accurato restauro. Anzi, collocare la “loro” biblioteca nel più importante monumento rinascimentale della città, significa avvicinare i bambini al bello e alla storia della comunità cui appar- tengono e prepararsi a divenirne, in modo spontaneo e quasi automatico, custodi con- sapevoli e fieri.
Lo stesso compiacimento non credo invece si possa esprimere per la scelta di destinare Palazzo Barnabò, il cui restauro sta per essere ultimato, a uffici pubblici, sia comunali che provinciali, anziché riportarvi il Liceo Classico di cui è stato sede per tantissimi anni. Ho rispetto per le opinioni diverse dalle mie ma non riesco a comprendere le ragioni di tale decisione, sia perché riportare il Liceo nella sua sede storica non sarebbe in antitesi con il cosiddetto “polo scolastico”, da cui dista poche decine di metri, sia perché il ritorno della scuola darebbe nuova vita alla prospiciente Piazza Spada, agli esercizi commerciali che vi insistono e all’intero quartiere. Senza contare che frammentare il Palazzo in una pluralità di destinazioni, ciascuna con le proprie esigenze funzionali, ne rompe l’armonia e l’unità architettonica. Nostalgie di un ex studente? Forse, ma io credo che una comunità viva anche di memorie e di simboli e non possono esservi dubbi sul fatto che Palazzo Barnabò si identifichi con una delle istituzioni scolastiche più prestigiose della città, dove si è formata una parte significativa della sua classe dirigente e di coloro che hanno dato lustro al nome di Foligno. Non so se vi sono le con- dizioni per riconsiderare questa scelta ma consiglierei ugualmente un “giro” sui siti di alcuni fra i più noti licei italiani, per verificare con quale orgoglio e, starei per dire, affetto raccontano delle loro sedi storiche. Forse se ne potrà trarre qualche utile elemento di riflessione.
Sergio Gentili

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