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Visita Pastorale parrocchia San Biagio, Pale, Ponte Santa Lucia, Sostino

Martedì 5 luglio 2011 ha avuto inizio la visita pastorale presso la nostra comunità parrocchiale di Pale, Ponte S. Lucia e Sostino. Alle ore 21 il Vescovo  Mons. Gualtiero Sigismondi è stato accolto dal Parroco don Lorenzo Bartoli, dal Diacono Piergiorgio Selvi e dalla popolazione delle tre frazioni nella piazza di Pale, al suono festoso delle campane, accompagnate dai fuochi di artificio e da un affettuoso applauso. Da lì processionalmente ci si è recati nella Chiesa Parrocchiale, dove, dopo il saluto del parroco, cinque bambini hanno offerto al Vescovo come benvenuto un fiore. Nella sua omelia egli ha spiegato che, con Pale, inizia il suo pellegrinaggio verso la montagna e che questa zona pastorale è contraddistinta da due elementi importanti: la roccia, simbolo della solidità della nostra fede, e l’acqua, che richiama il Battesimo e l’essere figli di Dio;  ha poi espresso la volontà di mettersi in ascolto attento e discreto, invitando l’assemblea a farsi sorprendere dal Signore, a lasciarsi guidare da lui, ad aprire con docilità il proprio cuore. Pieno di tenerezza è stato l’incontro di mercoledì sera con i bambini della parrocchia, che il 28 agosto riceveranno l’Eucaristia. La catechista insieme ai bambini ha donato al Vescovo un cartellone pieno di colori e di segni importanti. Alle ore 21,poi, durante l’incontro con le famiglie, Sua Eccellenza ha fatto una toccante riflessione sul ruolo genitoriale, prendendo spunto dalla commovente lettera di un giovane ai suoi genitori e mostrando quanto sia bello, ma anche difficile l’essere genitore, soprattutto in una società frenetica come la nostra. Ha sottolineato l’importanza di non aver paura di dire dei no ai propri figli, di trovare il giusto equilibrio tra tenerezza e fermezza, di educare i bambini al sacrificio e alla sobrietà,  aiutandoli a crescere con gradualità, senza bruciare le tappe, a saper assaporare, scoprire e guadagnare la bellezza delle cose. Ne è scaturito un dialogo vivace e costruttivo con le coppie, durante il quale sono emerse diverse testimonianze di vita.

Il terzo giorno di visita pastorale si è aperto nella suggestiva cornice dell’eremo di S. Maria Giacobbe, con una Celebrazione Eucaristica concelebrata dal neo sacerdote Padre Stefano Albanesi, al termine della quale il Vescovo ha incontrato alcuni rappresentati della FIE. Nella sua omelia, facendo riferimento al Vangelo del giorno, Mons. Sigismondi ha messo in evidenza che il Signore tutto dispone e  ricava il bene dal male, come testimonia la storia di Giuseppe: dobbiamo avere fiducia nella Provvidenza, perché nulla è lasciato al caso.   È seguita la visita ai malati, alle attività lavorative presenti nel territorio e,dopo alcuni  incontri personali, la giornata si è conclusa con la preghiera Mariana. Allo scoprimento dell’immagine della Madonna, il Vescovo ha tenuto una riflessione  sulla figura di Maria come porta del Cielo, mediatrice per arrivare al Figlio e donna del silenzio, dell’ascolto, dell’umiltà e dell’amore totalmente gratuito.

La visita pastorale si è conclusa domenica 10 luglio con l’incontro con il coro parrocchiale, che il Vescovo ha ringraziato per il servizio svolto con tanta passione, cura e attenzione al canto liturgico; una grande eredità che ha lasciata dall’amato parroco don Americo Mancinelli. Al termine dell’incontro ha avuto inizio la solenne celebrazione Eucaristica, durante la quale, riprendendo la parabola del seminatore, il Vescovo ha sottolineato che il cuore è il terreno fertile sul quale seminare e ciò che rende un cuore duro sono la sordità e la cecità. La sordità impedisce di ascoltare la parola di Dio e la cecità di vedere le meraviglie compiute da questa parola. È importante avere un cuore umile, puro e grande, come quello di Maria.  Nella lettera che il Vescovo ha letto al termine della celebrazione, ha dichiarato di aver conosciuto una comunità viva, segnata nella storia da figure importanti di sacerdoti. Riferendosi all’acqua, come elemento caratteristico che unisce questi luoghi, ci ha richiamato a rivedere la nostra realtà come zona pastorale. Ringraziando il parroco e il Diacono per il loro prezioso e instancabile servizio, ha benedetto l’intera assemblea. È seguito il ringraziamento, a nome di tutta la comunità parrocchiale, da parte del Diacono, per il quale la presenza del Vescovo è stata un grande dono con momenti di forte spiritualità. Questa bellissima ed emozionante avventura  si è conclusa con un pranzo sulla riva del fiume Menotre, dove tutta la popolazione ha condiviso un momento di grande gioia e amicizia, reso ancora più bello dalla presenza affettuosa del nostro Vescovo.

© Gazzetta di FolignoAZZURRA STRONACH

 

 

Notizie storiche

La comunità di Pale ebbe, agli inizi, il proprio centro nella chiesa di S. Lucia, ricordata già nel 970 e dotata di una propria canonica, passata poi in proprietà del monastero di Sassovivo nel 1291. La chiesa di S. Biagio in Pale è ricordata la prima volta in un documento del 1113; non costituiva centro di comunità, dipendeva dalla canonica di S. Lucia. Soltanto nel 1486 si ebbe l’unione della chiesa di Pale con quella di Ponte S. Lucia.
Questa parrocchia contava, agli inizi del secondo decennio del XX secolo, 320 anime; nel 1940 salirono appena a 325; nel 1985 scesero a 163; ora ne conta 159.
La diminuzione del numero di abitanti di Pale si spiega con il fallimento, sia nel secondo Ottocento che nel Novecento, di numerose fabbriche di carta, pur prestigiose tra Medioevo ed epoca moderna, le quali davano lavoro e sostentamento a numerose famiglie.
Per meglio spiegare il cambiamento della situazione economica di Pale, si pensi che un secolo fa il parroco Don Enrico Ortolani poté scrivere, nella relazione preparatoria alla Visita pastorale del vescovo Giorgio Gusmini, che “Pale dà alla città di Foligno e ai paesi circonvicini luce, forza [idroelettrica], carta, farine, olii, varie produzioni meccaniche”. Tuttavia Don Enrico espresse preoccupazione per l’emigrazione in crescita e per la presenza di operai forestieri che disertavano le celebrazioni liturgiche.
Don Amerigo Mancinelli, per più di cinquant’anni (1942-1994) fu parroco di Pale; egli procurò a questa comunità un’accentuata fisionomia spirituale liturgica. Il ricordino funebre di lui è ancora custodito in ogni casa dei palatini, come segno di gratitudine e di filiale amore. Egli ebbe modo di servire, con continuità e generosità, anche l’Unitalsi diocesana, per la conduzione dei malati ai santuari italiani e stranieri.
Successore di Don Amerigo è D. Lorenzo Bartoli, già parroco di Sostino, coadiuvato dal diacono Piergiorgio Selvi. La parrocchia di Pale, nel 1986, ha incluso quella di Sostino.
Nell’ambito di questa parrocchia si trovano chiese di non poco valore storico: la chiesa di S. Lucia a Ponte S. Lucia e la chiesa di S. Michele Arcangelo a Sostino; purtroppo l’oratorio della SS. Trinità, che ha subito l’opera distruttiva dei terremoti e l’incuria degli uomini, corre il rischio del completo oblio e della totale scomparsa.
La bella chiesa di Sostino è opera abbastanza recente, essendo stata disegnata dall’architetto folignate Vincenzo Benvenuti (1858-1904) e consacrata nel 1913.
Anche la chiesa di S. Lucia fu lesionata in vario modo lungo i secoli; ricostruita nel 1885, subì duramente il terremoto del 1987 e recentemente è stata restaurata.
Un cenno a parte merita l’eremitaggio di S. Maria Giacobbe sul monte di Pale. Il più antico ricordo di questo santuario risale al 1295. È meta, ancora oggi, di devoti pellegrinaggi.
Va infine ricordata l’imponente Croce sul monte di Pale, eretta nel 1902 per decisione presa nel 1900, in occasione dell’Anno santo della Redenzione.

© Gazzetta di Foligno – DANTE CESARINI

 

La realtà attuale

Il Parroco di San Biagio, in Pale, è don Lorenzo Bartoli, che risiede a Sostino; riportiamo di seguito alcune sue risposte al questionario della Prima Visita Pastorale di Monsignor Gualtiero Sigismondi, dopo aver ricordato che nel territorio della sua parrocchia, oltre alla chiesa-madre, c’è quella di San Michele Arcangelo, a Sostino, e che ci sono anche il Santuario di Santa Lucia, a Ponte Santa Lucia, l’antico eremo di Santa Maria Giacobbe e l’oratorio della Santissima Trinità, a Pale, e l’oratorio di San Pietro Martire, a Sostino.
Con don Lorenzo collaborano il diacono permanente Piergiorgio Selvi, l’organista Maria Letizia Angelini e il direttore del Coro Eraldo Stefanucci; Graziella Politi e Rosella Bileggi, sono impegnate, come ministri straordinari della Comunione, nell’Ospedale di Foligno.
Alla domanda: “Come viene portata avanti la predicazione della Parola di Dio?”, il parroco risponde: “[…] con l’Omelia nelle celebrazioni festive, con il catechismo ai bambini e con la preparazione di alcune feste patronali”, e successivamente scrive: “Si tengono momenti di formazione prevalentemente nei tempi forti dell’anno liturgico, rivolti a giovani ed adulti insieme. Dopo la Visita Pastorale ci si prefigge di formare un gruppo, che si ritrovi settimanalmente per la preparazione della liturgia festiva”.
In merito alla Liturgia, don Bartoli fa presente: “È abbastanza percepita la centralità del Mistero Pasquale. I riti della Settimana Santa vengono curati, ma non si celebra la Veglia Pasquale”. Riguardo al sacramento della Riconciliazione, annota: “Si organizza una Penitenziale in occasione della festa della Madonna; in altri momenti, il parroco è a disposizione per le confessioni” e aggiunge: “L’accostamento dei fedeli alla Confessione, in occasione di celebrazioni comunitarie, è quasi totale”. Osserva, infine: “La benedizione delle famiglie è ancora un appuntamento importante e la gente la aspetta per puro fatto tradizionale”.
Nella parte del fascicolo, che si apre con l’interrogativo Come siamo Chiesa?, si legge: “Esiste un Consiglio Pastorale, frutto di una regolare votazione; programma le attività e di ogni incontro c’è regolare verbale”, e poco dopo: “Esiste una Confraternita della Santissima Trinità, solo femminile, con un antico statuto. L’attività si limita a suffragare con una Messa le consorelle defunte”.
Nell’ultima sezione pastorale del questionario, don Lorenzo, dopo aver osservato che “Non c’è educazione alla dottrina sociale della Chiesa”, informa che in parrocchia sono in atto “Alcune adozioni a distanza”.
Per concludere, riportiamo la sua opinione circa l’assetto territoriale della diocesi; sulle Zone Pastorali egli dice: “[…] diventeranno un’esigenza, ma attualmente sono nate per necessità” e poco dopo, circa le Zone e le Unità Pastorali, scrive: “L’utilità non è capita a causa del ‘campanilismo’, della distanza tra le varie frazioni e della popolazione prevalentemente anziana”.

© Gazzetta di Foligno – SERGIO ANDREOLI

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