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Controcanto: Bilancio di previsione 2011

Borscia a Meloni intervengono sull’approvazione del Bilnacio Comunale.



La principale attività delle forze politiche, nell’ultimo periodo è stata incentrata sulla stesura del bilancio il cui iter è stato completato con l’approvazione nel consiglio comunale del 20 giugno. In questo momento storico, i bilanci e le amministrazioni che li licenziano sono messi a dura prova anche dalle valutazioni delle società di rating che stanno seriamente pensando di declassare alcuni comuni italiani. Con complessi meccanismi fiscali viene di fatto limitata l’operatività dell’ente sotto accusa mettendone a rischio la funzione istituzionale e restringendo spese e campi di azione. Fanno parte della non invidiabile lista amministrazioni di ogni livello istituzionale senza distinzione di colore politico né di posizione geografica. Questo a dimostrazione delle difficoltà oggettive con cui si muovono gli addetti ai lavori. In questo quadro siamo orgogliosi di affermare che la nostra comunità ha i conti perfettamente in ordine, segno di un’efficienza che non è solo momentanea ma che affonda le radici nelle passate gestioni, il che ci riempie di soddisfazione. Anche con i conti a posto, però, siamo stati costretti a sopportare pesanti tagli imposti dal governo centrale che ha limitato le nostre risorse obbligando, nella stesura del bilancio, restrizioni che necessariamente investono tariffe e sevizi. Vogliamo informare la nostra comunità di riferimento sulle linee guida che abbiamo adottato perché, facendo l’interesse dei cittadini, pensiamo di aver sottolineato il valore di una giunta di centro sinistra. Tenendo presente una povertà che si allarga con velocità preoccupante abbiamo dovuto ampliare le fasce di esenzione cercando di assicurare il servizio senza contribuire alla determinazione di nuova povertà. Un ritocco delle tariffe, quindi, è stato un passo obbligato anche se misurato (rimangono le più basse della regione). Tagli significativi del budget complessivo non possono che avere ricadute sulla vita cittadina. Se è vero che si dovranno rivedere certamente i piani del traffico e la circolazione veicolare o le rette per mense ed asili, ci siamo preoccupati di non toccare le risorse destinate ai servizi sociali. Nella massima considerazione abbiamo tenuto i fondi per le opere pubbliche e gli avvenimenti culturali perché pensiamo che possano essere settori trainanti per la ripresa economica. Specialmente dalla cultura può venire una spinta sia dal punto di vista del turismo sia per l’approfondimento delle conoscenze. Ci sentiamo particolarmente soddisfatti anche per l’inizio della prevista razionalizzazione degli uffici e sedi comunali che, ricollocandosi al centro della città ed in locali di proprietà del comune, permettono un risparmio notevole e liberano nuovi fondi a disposizione della comunità. Vogliamo concludere con un’esortazione sia alla cittadinanza che alle forze politiche affinché ci sia partecipazione alla discussione e non sterili e corporative critiche alla difficile opera di attuazione delle linee tracciate dal bilancio approvato. È necessario, infatti, unire le intelligenze e cercare soluzioni per poter gettare le basi che indirizzino le nostre comunità verso un cammino più agevole in cui le difficoltà e le restrizioni a cui siamo costretti restino solo un ricordo.. 

ALESSANDRO BORSCIA


Che la crisi economica mondiale sia ancora forte è a tutti noto. In questo periodo ogni governo in carica, indipendentemente da quale possa essere il suo orientamento politico è costretto a forti misure di austerità per evitare che lo stesso Stato diventi insolvente. Fatta questa doverosa premessa, ritengo giusto ricordare che rispetto agli altri comuni il Comune di Foligno ancora oggi percepisce dei trasferimenti del terremoto del 1997!!! Così come è giusto sottolineare che anche il nostro comune è stato colpito dai tagli statali che sono quantificabili in circa 1,6 milioni di euro sui circa 16 milioni che percepisce. Questo è il reale taglio subito dal Comune di Foligno. L’amministrazione comunale di sinistra si è mostrata ancora una volta completamente incapace di intraprendere qualsiasi provvedimento per venire incontro ai cittadini e soprattutto a quei folignati meno abbienti che soffrono più di tutti per la crisi economica. L’unica decisione presa è stata quella di “scaricare” quasi completamente sui cittadini, tali tagli; la prova provata l’abbiamo nel vedere la differenza della bolletta della TIA di quest’anno se confrontata con quella dello scorso anno, (lasciamo ogni commento sul servizio…). Ma non è solo aumentata la tariffa sui rifiuti, infatti sono state ritoccate anche le rette degli asili nido e tanto altro ancora. Anche alcuni rappresentanti della maggioranza non hanno gradito tali scelte, tantoché fino al momento della votazione nessuno era in grado di dire se il Bilancio avesse i numeri per essere approvato. Da parte nostra, da sempre sosteniamo di voler essere un’opposizione che vuole essere alternativa di governo, pertanto oltre a criticare fin dall’inizio della legislatura facciamo proposte. In questo caso, con conti alla mano, abbiamo evidenziato che era possibile evitare tali salassi semplicemente risparmiando sui tanti carrozzoni (utilissimi però per il consenso …) che ci costano un occhio e ci danno un servizio inefficiente e costosissimo come ad esempio le partecipate in cui sembra che i conti siano migliorati, ma nella realtà è tutto come prima. Infatti, affidando lavori in un regime di non concorrenza esce fuori che per allestire le plance elettorali occorrono oltre 1590 ore lavorative e oltre 64.000 Euro, per la segnaletica stradale 325.000 Euro, e cosi via, con queste manovre degne del giochino delle 3 carte, ora il bilancio è in sostanziale pareggio, ma se avessimo fatto una gara di appalto in regime di concorrenza siamo sicuri che non avremmo speso di meno? Tanti comuni nonostante non beneficiassero dei trasferimenti del terremoto del 1997, sono riusciti a non aumentare le tasse, intervenendo sugli sprechi, nella nostra città non è stato fatto. Non solo, nel bilancio comunale, per finanziare alcuni discutibili lavori pubblici, si è ricorso alla vendita dei beni comunali: infatti per realizzare alcune opere pubbliche saremo costretti a vendere parte dei beni di proprietà comunale. Se alcuni esponenti della maggioranza non condividono le scelte dell’amministrazione, se vendiamo gli immobili comunali per fare le opere pubbliche, se aumentiamo le tasse ai cittadini senza dare un servizio migliore, l’unica certezza che abbiamo è quella di avere un’amministrazione inadeguata.
RICCARDO MELONI
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