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Visita Pastorale SS Nome di Gesù

Da domenica 29 maggio a giovedì 9 giugno il Vescovo ha visitato il suo popolo presso la parrocchia del SS. Nome di Gesù. Sono stati dei giorni molto intensi e di grande partecipazione. Puntualissimo, come da programma, la visita ha avuto inizio con l’accoglienza alle 10.30 presso la chiesa storica della Madonna della Fiamenga, nucleo originario di questo frammento di Chiesa, quando ancora era da edificare l’attuale edificio sacro.

Il Vescovo bacia la croce sorretta dal parroco, mons. Dino Ambrogi e sottolinea che Maria è la porta del cielo, una porta che ha per architrave la grazia di Dio, per soglia la fede della Chiesa e per stipiti la libertà e la verginità. Quindi si raggiunge la chiesa parrocchiale per la celebrazione dell’Eucaristia e del sacramento della Confermazione, il Vescovo aiuta i ragazzi a riflettere sui verbi ricevere e accogliere: non si può ricevere se manchiamo del terreno fertile della concordia e auspica di non vedere mai su questi giovani volti le rughe della noia. Nel pomeriggio con la celebrazione di due battesimi ci ricorda che il Battesimo è il grembo attraverso cui la Chiesa dà alla luce i suoi figli.
L’indomani, la mattina è dedicata alla visita dei malati che ripeterà in altre cinque occasioni, nel pomeriggio fa visita alla comunità di Spineto, zona al confine con Spello, con cui celebra l’Eucaristia e sull’esempio di Maria invita i presenti a spalancare il proprio cuore, poiché la peggior malattia dell’anima è la chiusura. La sera c’è la recita del S. Rosario meditato presso la Maestà Mammoli e ugualmente si farà il giorno seguente nello spazio attrezzato Agorà (la cui icona di Maria porta il titolo di Regina della salute), ma con la presenza dei bambini di prima Comunione.
Quindi il Vescovo incontra i parroci, il diacono e i ministri straordinari dell’Eucaristia cui si unisce nella recita del Vespro.
Mercoledì mattina fa visita alla Croce Bianca, ringrazia calorosamente tutti i volontari per la loro opera gratuita e li assimila al buon Samaritano, che quando soccorse quell’uomo che era incappato nei briganti aprì gli occhi, liberò la mente e spalancò il cuore. Quindi segue la visita alla Scuola materna Paciana e con i bimbi di 3, 4 e 5 anni parla della gioia la cui porta è la bocca, gli occhi sono le finestre e le orecchie le antenne. Segue l’incontro con i giovani della cooperativa disabili Ellelle, il Vescovo ringrazia tutti i presenti per il dono del sorriso che ha ricevuto da ciascuno, agli educatori ricorda che la cosa più difficile da fare è saper dire dei no con la stessa dolcezza del sì. Nel pomeriggio il Vescovo è a disposizione in parrocchia di chi lo vuole incontrare per colloqui personali, ci sarà anche un’altra occasione ed entrambe sono state molto partecipate. Invece la sera c’è stato l’incontro con le famiglie di non troppo larga affluenza, un’occasione mancata perché come sempre la relazione che Mons. Gualtiero ha preparato è stata di grande efficacia, incentrata sul ruolo del genitore-educatore con l’immagine dei segnali stradali.
Il pomeriggio di giovedì è dedicato all’omaggio degli anziani e malati alla Beata Vergine Maria con la celebrazione dell’Eucaristia e del sacramento dell’Unzione degli Infermi, ci viene chiesto di tramutare la tristezza in gioia, possiamo toccare tutti i sentimenti ma mai la disperazione e la rassegnazione.
Il giorno seguente, nel pomeriggio, c’è l’incontro con i bambini di prima Comunione con cui il Vescovo interloquisce in merito ai peccati dei bambini sottolineando che domenica li vede tutti già bellissimi, ma soprattutto la cosa più bella è la purezza del loro cuore; la sera è dedicata alla celebrazione del sacramento della Riconciliazione.
Sabato mattina il Vescovo incontra tutti i ragazzi della Scuola media “Gentile da Foligno”, resta molto colpito dai bellissimi interventi di questi adolescenti, cui non è mancata una risposta incoraggiante, ferma e sicuramente autorevole. Il primo pomeriggio c’è stato l’incontro non programmato con l’Imam Mohamed della comunità islamica di Foligno, nella moschea alla Paciana; si è svolto in un clima di grande cordialità con reciproca stima. A seguire, in parrocchia la festa di chiusura dell’anno catechistico con i ragazzi, i catechisti e gli educatori, dopo una breve liturgia in Chiesa, si è conclusa nelle aule di catechismo con giochi insieme e la merenda.
Domenica la celebrazione Eucaristica di prima Comunione e la sera la processione in onore alla Beata Vergine Maria per le vie del quartiere. I giorni seguenti gli incontri con i catechisti e animatori e con i giovanissimi e giovani. Mercoledì mattina il Vescovo fa visita nella zona industriale Paciana alle aziende: Unitekno, Ormesa, EBM (elettronica bio-medicale), Forno Nocera Umbra; il pomeriggio si incontra con l’Associazione Sportiva Dilettantistica Virtus e la sera la celebrazione eucaristica in ricordo dei fratelli defunti della parrocchia, con uno speciale ricordo per don Novello Gammaidoni, primo parroco del SS. Nome di Gesù. Dopo la Messa un momento di festa con la “fiera del dolce”. Infine giovedì 9 giugno nel tardo pomeriggio la recita del vespro cui segue la lettura della Lettera a suggello della Visita Pastorale e l’incontro con il Consiglio Pastorale, il Consiglio Affari Economici e i volontari della Caritas.
Nella Lettera il Vescovo ci raccomanda: di annunciare sempre il Vangelo con coraggio, che gli organismi di partecipazione non siano virtuali, di curare le celebrazioni eucaristiche alla voce del silenzio, di avere cura della tante famiglie presenti e di portare una presenza evangelica negli ambienti di lavoro.

© Gazzetta di Foligno – LUCA SAVERI

 

 

Notizie storiche sulla parrocchia SS. Nome di Gesù
La chiesa del SS. Nome fu la prima chiesa voluta dal vescovo Siro Silvestri. Un decreto vescovile del 1957 stabilì nella zona a nord di Foligno la parrocchia del SS. Nome, riconosciuta civilmente il 16 aprile 1958. Nel biennio 1957-1958 fu costruita per prima la casa parrocchiale, in cui una grande sala servì temporaneamente da chiesa. Architetti della casa furono il prof. Giulio Roisecco e l’architetto Vincenzo Bacigalupi dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma.
Poi sorse la chiesa, con annessa sacrestia e battistero; architetto fu ancora Vincenzo Bacigalupi, il quale costruì un edificio che poteva contenere comodamente cinquecento persone. La consacrazione della chiesa avvenne il 23 maggio 1963. Nel 1964 questa parrocchia contava 1420 persone, nel 1985 salì a 3225 anime; nel 2010 è ancora salita a 4300 anime. Il primo parroco fu Don Novello Gammaidoni (1917-1990), nominato con bolla vescovile del I maggio 1960, rimasto parroco fino 1987; può essere considerato il fondatore di questa comunità. Questo sacerdote coltivò anche il progetto di una radio cattolica regionale, per cui nel 1976 fondò l’emittente radiofonica Tele-Radio «Gente Umbra», poi ridimensionata a livello diocesano.
Nel 1964, in occasione della seconda Visita pastorale del vescovo Siro Silvestri, Don Novello rilevò il carattere misto della popolazione, formata da impiegati, operai, contadini; aggiunse che dal punto di vista politico, prevaleva l’adesione ai partiti di sinistra; lamentò che quasi la metà dei morenti non riceveva tutti gli ultimi sacramenti, ma soltanto l’“estrema unzione”. Erano rilievi che valevano per molte altre comunità della periferia cittadina.
La nuova chiesa del SS. Nome fu abbellita con un artistico Crocifisso, opera di Francesco Costantini (1641), proveniente dalla Chiesa cittadina del Gonfalone. Il campanile ospitò anche due campane del Santuario della Madonna del Pianto, distrutto dal bombardamento del novembre 1943. Recentemente questo edificio sacro è stato notevolmente ampliato e quindi riaperto al culto il 23 dicembre 2000. I locali parrocchiali per il catechismo sono stati quasi raddoppiati. Poi si sono aggiunti i lavori per il restauro e l’ampliamento della casa parrocchiale, iniziati nel 2008. Una bella pittura dell’artista locale Sergio Marini, rappresentante la morte e resurrezione di Gesù Cristo, è venuta ad abbellire l’abside e fa da sfondo al Crocifisso del Gonfalone.
Dal 1987 è parroco Don Dino Ambrogi; collaborano con lui il vicario parrocchiale D. Roy Antony Valiyaparambil e il diacono permanente Paolo Mancinelli.
Nel territorio di questa parrocchia è compresa anche la chiesetta della Madonna di Fiamenga, che sta come a guardia della città verso settentrione; qui si conserva una delle più belle opere di Pierantonio Mezastris, risalente ai primi anni del Cinquecento. Un’altra cappella si trova a Spineto, non distante dal centro parrocchiale, ed è di proprietà privata.

© Gazzetta di Foligno – DANTE CESARINI

 

La realtà attuale
Parroco della Comunità del Santissimo Nome di Gesù è monsignor Dino Ambrogi e vicario parrocchiale è don Antony Roy Valiyaparambil; con loro collaborano Antonella Masciotti, direttrice del Coro, Ottorino Baldassarri, organista, e i ministri straordinari della Comunione Nazzareno Lorentini, Enrico Giusepponi, Vincenzo Benedetti, Anna Rita Battistelli e Rosa Pellegrino.
Nel territorio della parrocchia, oltre alla chiesa-madre e alla cappella di Spineto dedicata alla Beata Vergine Maria Regina, c’è l’oratorio della Madonna della Fiamenga.
Dalle risposte alla parte del questionario della Prima Visita Pastorale di Monsignor Gualtiero Sigismondi, relativa all’annuncio del Vangelo, si apprende che “Negli anni passati, nei periodi “forti” – Avvento e Quaresima – sono stati organizzati laboratori della Parola, con centri di ascolto presso alcuni condomini”, e che “Si è creato un gruppo liturgico, che si incontra una volta alla settimana, per approfondire e riflettere sulla Parola che è proclamata nella Liturgia della Domenica”.
Riguardo alla catechesi agli adolescenti, si scrive: “Esistono tre gruppi del dopo-Cresima, accompagnati ciascuno da due catechisti. Gli incontri avvengono ogni due-tre settimane, su tematiche inerenti la realtà adolescenziale… All’educazione all’affettività e all’amore è riservato uno spazio prevalente, rispetto alla ricerca vocazionale”.
Il parroco inoltre dichiara: “Il gruppo storico del Terzo Ordine Francescano è nato e cresciuto in questa parrocchia come gruppo del Santissimo Nome e ha svolto i suoi incontri di catechesi sempre nei locali della parrocchia; ora le stesse persone si ritrovano presso il Convento di San Bartolomeo, in Foligno […]”; “Negli ultimi due anni non sono stati riproposti i Centri di ascolto, ma si sono tenuti solo incontri con i genitori dei fanciulli del catechismo”; “I catechisti sono prevalentemente persone provenienti da varie esperienze di gruppi e movimenti”.
Nelle risposte alla parte liturgica del fascicolo, si osserva che “buona è la disponibilità e buono il coinvolgimento dei fedeli nei vari momenti celebrativi” e che “nella predicazione si insiste continuamente sulla centralità del Mistero Pasquale; così pure nella preparazione alla celebrazione dei Sacramenti”.
Molto significativa è, poi, questa nota sulla pastorale dei malati: “È forse l’attività più curata e di rilevante soddisfazione spirituale […]. I ministri straordinari della Comunione collaborano strettamente con i Sacerdoti nella visita e nella cura delle persone anziane e malate”; comunitariamente l’Unzione degli infermi viene celebrata “una volta l’anno, in occasione della Festa parrocchiale […]”.
Nella parte del questionario, che si apre con la domanda Come siamo Chiesa?, si dichiara che “Da sempre è stata promossa una ‘pastorale d’insieme’ con la collaborazione dei laici nei vari settori”; a proposito degli Uffici pastorali diocesani, il parroco scrive: “Si ritiene opportuno e anche necessario che vi sia una maggiore collaborazione […] tra loro e con il presbiterio”.
All’interrogativo: Come testimoniamo la carità e collaboriamo alla promozione globale dell’uomo?, si risponde, sottolineando che “La collaborazione della Caritas parrocchiale con quella diocesana è ottima […]”, che “In sintonia con l’Ufficio missionario della diocesi è stato promosso il progetto Il Peschereccio per l’India” […] e che “Nel centro della Caritas parrocchiale vengono accolti tutti, accertate le loro generalità, e ci si confronta con gli organismi parrocchiali per eventuali soluzioni o si ricorre alla Caritas diocesana”.
A conclusione di questa nota, riportiamo quanto don Dino afferma sulla formazione delle Unità pastorali in tutto il territorio della diocesi: “Sarebbe cosa buona per la comunione degli operatori pastorali. Non si amano forzature o soluzioni a tavolino; è bene valutare con prudenza, lasciando al parroco la disponibilità di risiedere stabilmente nella parrocchia e di collaborare in sintonia con gli altri nelle iniziative pastorali”.

© Gazzetta di Foligno – SERGIO ANDREOLI

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