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La scienza educa

Foligno ha fatto festa alla scienza e i cittadini hanno apprezzato lo sforzo degli organizzatori. Vale la pena continuare su questa strada, perché la promozione di una cultura scientifica ha oggi una forte valenza educativa, contro la chiacchiera e il dogmatismo, la manipolazione e il pregiudizio.

Il metodo scientifico ci offre una grande lezione di coerenza e, insieme, di umiltà: ci ricorda quanto sia difficile e imprevedibile il cammino verso una conoscenza più ampia e profonda e come questo richieda dedizione e onestà intellettuale, cioè disponibilità a riconoscere i propri errori e a superarli. Se lo scienziato si trova sempre dinanzi problemi che non sa risolvere – perché la scienza stessa è fatta di problemi irrisolti -, come fa ad essere arrogante? La mistificazione e la bugia sono estranee all’attività scientifica.

La scienza educa a riflettere e a giudicare in modo obiettivo e critico. Essa affida ai fatti e ai controlli la propria legittimità, non alle parole o alle ideologie. La libertà di pensiero è di importanza vitale per la scienza. Uno scienziato che fosse costretto a seguire schemi teorici prefissati o condizionamenti esterni, tutto potrebbe dire di fare, eccetto che ricerca scientifica. La scienza, inoltre, insegna la tolleranza e supera i pregiudizi. La “rivoluzione scientifica” non produce né morti né feriti e a rivoluzione compiuta tutti sono più ricchi di prima. Eppure, in scienza, non si rinnega mai il passato; lo si migliora, lo si integra. La storia della scienza ci fa capire la funzione della tradizione, perché siamo debitori delle nostre attuali conoscenze a quanti ci hanno preceduto, ma al tempo stesso ci mostra come il metodo scientifico sia uno dei mezzi più efficaci per correggere i punti insostenibili di questa tradizione e risolvere i problemi che scoppiano all’interno di essa. Il metodo scientifico è l’esatto opposto del dogmatismo. La scienza non si basa su un qualche sistema aprioristico di verità, ma sulla ricerca appassionata e difficile della verità, cioè della reale ed efficace comprensione dei fenomeni; si basa sulla critica e sulla ricerca degli errori e procede per tentativi successivi. Le è congeniale un atteggiamento di fede verso una realtà ancora sconosciuta ma non inaccessibile, di fiducia nell’ordine e nel senso delle cose indagate; ed in tal modo l’atteggiamento dello scienziato può essere confrontato con quello del credente. Il confronto lo lasciamo ad Einstein: “Non riesco a concepire un vero scienziato senza una fede profonda”. L’uomo di scienza, infatti, crede nell’esistenza oggettiva della realtà, la ritiene razionale e sempre meglio conoscibile. Interroga il reale con pazienza e coraggio. Vi si adatta, accogliendo le risposte della verifica e in base ad esse corregge le sue idee. Anche lo scienziato si lascia contraddire e convertire, accettando che la realtà sia diversa da come l’immaginava e abbandonando le teorie faticosamente costruite. Lasciamoci dunque educare dalla scienza e dai suoi valori: nei media e nella scuola, nella politica e nella cultura. È il messaggio migliore che viene dal Laboratorio Scienze Sperimentali di Foligno.

© Gazzetta di Foligno – ANTONIO NIZZI

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