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La fine di un’era?

Con il coinvolgimento di Maria Rita Lorenzetti l’inchiesta Sanitopoli tocca il vertice del potere politico locale

Alla fine l’iscrizione nel registro degli indagati è arrivata anche per l’ex Governatrice Regionale, ex Sindaco di Foligno, ex deputato ed attuale presidente di Italferr (società del gruppo Ferrovie dello Stato che gestisce la progettazione ed il controllo del potenziamento delle infrastrutture ferroviarie) Maria Rita Lorenzetti. Nell’ambito dell’inchiesta nota come Sanitopoli, la Lorenzetti risulta indagata per i reati di falso ideologico e abuso d’ufficio, gli stessi per i quali è stato recentemente coinvolto nell’indagine l’ex assessore regionale alla sanità Maurizio Rosi. I fatti contestati si riferiscono a due delibere del 2009 relative all’assunzione di personale alla ASL 3, tra le quali quella che portò Sandra Santoni, allora dipendente del Comune di Foligno distaccata alla Regione come capo di gabinetto, nell’azienda sanitaria diretta da Gigliola Rosignoli. Una discrepanza di data tra la richiesta della ASL e la delibera ed una correzione posticcia della stessa, sono gli elementi che sostanziano le intercettazioni nelle quali le due fedelissime dell’ex governatrice discutono della “sistemazione” della Santoni e del relativo livello di retribuzione.

Con il coinvolgimento della Lorenzetti l’ombra dell’inchiesta arriva a posarsi sul centro di quel network del potere che ha condotto Foligno ad una sorta di “egemonia” sulla politica regionale degli ultimi anni. È presto per dire se sia tramontata un’era, non soltanto perché l’inchiesta è solo agli inizi (serviranno ancora dei mesi perché la magistratura possa giungere a formulare eventuali richieste di rinvio a giudizio), ma soprattutto perché non è chiaro come si stiano ridisegnando i rapporti di forza all’interno del PD e dell’intero Centro Sinistra. Intanto, malgrado gli elementi trapelati dall’indagine evidenzino, se non altro, un odioso clientelismo, nessuno dei sottoposti ad indagine ha fatto un passo indietro (ad eccezione dell’ex assessore regionale Vincenzo Riommi, che pure indagato non è). Quello che più colpisce dell’inchiesta in corso è che essa, partendo da fatti specifici, investe la modalità stessa di gestione del consenso ed il rapporto dei cittadini comuni con la politica. L’arte di governare non pare concepita come ricerca del bene comune, ma come soddisfazione di interessi settoriali o di singoli che possono assicurare la conquista ed il mantenimento di posizioni di potere. La rilevanza penale dei fatti è tutta da dimostrare, ma la loro valutazione politica potrebbe anche non attendere le sentenze.

© Gazzetta di Foligno – VILLELMO BARTOLINI

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