Parlare di tariffe e bollette è sempre difficile. C’è il pericolo di cadere in un gioco delle parti in cui il destinatario degli aumenti si sente vessato e considera il tolto un mezzo per opprimere e impoverire. Le tasse sono da sempre motivo di rivolte popolari, tanto che possiamo dire che il nostro Risorgimento nasca dalle odiate tasse degli austriaci. È indubbio, però, che i servizi vanno pagati e questo è un concetto che richiama fortemente le radici della sinistra. Gli amministratori di centro-sinistra, nel rispetto della dignità della cittadinanza, vogliono che il contribuente paghi quanto sia giusto per i servizi offerti. È sempre, comunque, difficile, per le amministrazioni comunali far pagare i servizi e non rendere il prezzo vessatorio. Specialmente in un momento di crisi economica. Questo è un problema della maggior parte dei comuni d’Italia, ma non tutti rischiano di andare alla Corte dei Conti solo perché le opposizioni sono più responsabili e non gettano fumo in ogni dove. Nella nostra comunità l’aumento della TIA va inquadrato in questo contesto sottolineando ancora un aspetto sulla qualità del servizio. Assistiamo giornalmente a dibattiti sull’enorme problema che sta avvelenando l’acqua e l’aria del nostro pianeta facendo sconfinare la questione ambientale in un serio pericolo per la salute. Tutti decantiamo la raccolta differenziata perché ci siamo resi conto che solo da un impegno capillare possa derivare un aiuto per un’inversione di tendenza. È logico che la riqualificazione dei servizi costi. Tutti sappiamo che le defezioni delle somme di bilancio vengono da tagli del governo centrale che, come primo intervento, ha pensato di togliere il sostegno finanziario ai comuni lasciandoli soli nella gestione dei servizi. Ci sembrano quindi appropriate le argomentazioni del sindaco che, accanto ad una necessaria capillarizzazione dell’informazione affinché arrivino a tutti le ragioni dell’aumento della TIA, auspicano un abbassamento dei toni speculativi negli interessi della comunità e di una costruttiva dialettica tra maggioranza e opposizione. È utile ricordare anche che la TIA rimane la più bassa dell’Umbria ed in corda con i livelli nazionali.
In questo particolare contesto non si sente una parola sul reale problema della differenziata né sulle discariche né sul loro impatto ambientale e salutare, eludendo quindi le vere ragioni della tariffa. Si parla di essa solo come una pura e semplice questione economica senza legarla alla motivazione e all’emergenza che l’ha generata.
ALESSANDRO BORSCIA
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Quest’anno l’Amministrazione di Foligno aumenta la tariffa sui rifiuti del 4,60%: se sommiamo i maggiori costi del 2010 e l’incremento per effetto dell’iva, in estrema sintesi dall’inizio della legislatura il prelievo dalle tasche dei cittadini di Foligno è di oltre il 20%. La pratica dell’aumento della TIA era arrivata in Consiglio Comunale con il parere contrario della commissione; infatti alcuni esponenti della maggioranza avevano avuto il coraggio di non votare tale “tegola” nei confronti dei cittadini, ma poi nel “momento della verità”, sebbene non fosse stata apportata nessuna modifica, il coraggio è venuto meno. Si potrebbe pensare che tali aumenti siano dovuti ad un servizio migliore e ad una notevole crescita della raccolta differenziata: niente di tutto questo! Tale affermazione è facilmente verificabile da ogni cittadino. Allora a che cosa servono? In parte ad aumentare il contributo per il servizio della Fils, che si occupa della pulizia delle caditoie per “appena” 200.000 Euro (ma la realtà è che con questi contributi si possono sostenere i conti della società, in quanto li paghiamo noi con aumenti a monte!!!), in parte “dicono” che sono dovuti all’aumento della raccolta differenziata, che è passata dal 29 al 31%, quando doveva già essere stato raggiunto l’obiettivo del 40%. Non si può continuare a sostenere che ci sono stati i tagli ai finanziamenti, perché hanno riguardato tutti i comuni per il 10% e non tutti si sono precipitati ad aumentare le tariffe dei servizi. Al riguardo vorrei sottolineare che ad Assisi solo passeggiando ci si può rendere conto che, oltre ad importanti opere infrastrutturali, la città risulta arricchita in tutto e per tutto, ciò nonostante la Giunta non ha aumentato un euro di tasse ai suoi cittadini e anche in quella città come dappertutto sono stati tagliati i trasferimenti dei fondi. La verità è che a Foligno ci portiamo dietro veri e propri carrozzoni creati ad hoc, per esigenze più elettoralistiche che reali, e questo viene pagato da tutti i folignati. A proposito, alla fine dell’anno al massimo, la discarica di Sant’Orsola sarà satura, ovviamente nessuno (Regione in primis) sta pensando a soluzioni serie, ma solo a palliativi; infatti con ogni probabilità i rifiuti saranno inviati ad Orvieto (lascio immaginare i costi di trasporto…), ma anche quella discarica non potrà essere utilizzata molto a lungo, perché è vicina alla saturazione, e poi che cosa faremo? Non è mio costume creare allarmismi, ma se si continua a non prendere decisioni e a non fare un vero piano per i rifiuti, Napoli non è poi così lontana…
RICCARDO MELONI |