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Primi ostacoli al federalismo

Bocciata in Consiglio regionale una mozione della minoranza che proponeva una “cabina di regia” con Comuni e le due Province, per “evitare che la spesa pubblica sfugga completamente al controllo e si arrivi – con l’autonomia impositiva che sarà data a Regioni e enti locali – ad un indiscriminato aumento delle tasse e delle tariffe”. La maggioranza respinge tale impostazione, perché “l’Umbria federalista non deve temere la spesa pubblica, ma la sua ridotta capacità fiscale e il peso delle aziende nate venti anni fa per gestire i servizi”.

L’assessore al bilancio Franco Tomassoni (PD) si è anche auto-lodato, perché l’Umbria arriva al federalismo con bilanci in ordine e senza aver inasprito la fiscalità. Chi ha ragione? Presto per dirlo, ma è certo che il federalismo, ovvero gestire la cosa pubblica in prevalenza con risorse proprie, prevede che ci siano tasse e imposte. Come l’IMU (Imposta Municipale Unica), la nuova Ici, il 7,6 per mille, che i Sindaci potranno aumentare fino al 10,6; come l’Irpef comunale, che si può aumentare fin da quest’anno; come la tassa di scopo, che servirà per finanziare opere e infrastrutture e peserà fino allo 0,5% per mille sull’Ici; come la tassa di soggiorno per i Comuni turistici, da 1 a 5 euro per pernottamento.

Inoltre la Regione potrà aumentare dal 2013 l’Irpef regionale e avrà a disposizione nuovi tributi da applicare, per esempio, su condotte, cavi, abitazioni professionali. Gli aumenti di tasse saranno accordati anche alle Province: fino al 600% della tassa provinciale di trascrizione delle vendite di auto nuove e usate da concessionari; del 12 e fino al 15% della tassa provinciale sulla polizza per la responsabilità civile per le autovetture. Alla fine della fiera, il cittadino, se vuole avere servizi efficienti, deve metter mano alle proprie tasche; avrà solo la possibilità di controllare efficienza e integrità morale degli amministratori pubblici. Sì, ma con strumenti limitati, considerato che il difensore civico in Comune non c’è più, che il Consiglio comunale ha limitati poteri di controllo e che la partecipazione alle scelte politiche ha poche occasioni di confronto e proposta.

© Gazzetta di Foligno – GIANCARLO ANTONELLI

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