Pietrillo superstar
Presto uno spettacolo teatrale su Pietro Crisci a cura di Loretta Bonamente
La storia del beato Pietro Crisci diverrà presto uno spettacolo teatrale. Un “regalo” che la Caritas diocesana vuole fare alla città per ricordare l’eremita urbano che vendette tutti i propri beni (persino la libertà) per darne il ricavato ai poveri.
La realizzazione del progetto è stata affidata a Loretta Bonamente, già autrice ed interprete dello spettacolo “Morgen Fruh”, un lavoro liberamente ispirato all’operetta lirica “Brundibar”, eseguito all’auditorium di Foligno lo scorso 28 gennaio in occasione della giornata della memoria. Anche questa volta i protagonisti saranno bambini dai quattro ai tredici anni, che dallo scorso novembre sono impegnati in un laboratorio teatrale settimanale a San Giacomo, nel quale si sta “costruendo” lo spettacolo. Abbiamo incontrato l’attrice folignate.
Come mai proprio Pietro Crisci?
È un’idea di Mauro Masciotti (direttore della Caritas, ndr), non solo perché la vita del Beato Pietro Crisci è legata alla carità, ma anche per far conoscere un compatrono del quale i folignati sanno molto poco.
L’olocausto, Pietro Crisci, non si tratta di temi “difficili” da affrontare con bambini così piccoli?
In realtà i bambini dimostrano una straordinaria capacità di comprensione delle vicende. Chiedono, fanno domande, le rapportano alla propria esperienza. Quando lavoravamo su Brundibar ci domandavano perché i bambini prigionieri dei campi di concentramento non scappassero facendo dei buchi sotto la rete. Con Pietro Crisci lavoriamo su elementi di improvvisazione legati al rapporto del santo con i bambini (prendere in giro, rapportarsi a qualcuno “in estasi” che non risponde). In questo modo i bambini sviluppano insieme capacità di comprensione e di interpretazione.
Oltre a te e ai bambini chi ci sarà nello spettacolo e da chi sarà interpretato Pietro Crisci?
Confesso che avrei voluto farlo io. Ma il regista, Antonio Petris, friulano anche se umbro d’adozione, non me lo ha permesso. Pietro sarà interpretato da Claudio Bellanti. Poi ci sarà Mauro Bronchi, attore di grande esperienza (uno delle storiche “sorelle bandiera”), che interpreterà il narratore-inquisitore. Lo spettacolo si svolgerà nel chiostro di San Giacomo, in estate, anche se la data precisa deve essere ancora fissata.
Quali difficoltà si incontrano nel realizzare uno spettacolo di questo tipo?
La vicenda del Crisci ha elementi teatrali interessanti: la cella nel campanile della cattedrale, il processo, alcuni gesti rimasti nella “leggenda”, come il trasportare i sassi per penitenza dal letto del fiume Topino o l’inginocchiarsi ogni volta che veniva pronunciato il nome di Gesù, ma nel complesso esiste una documentazione scarsa e la storia deve essere ricostruita attingendo al “clima” dell’epoca: le relazioni con l’ordine francescano, con la Beata Angela, con il movimento penitente dei “folli di Dio”. L’elemento più difficile da indagare è la vicenda della conversione, rispetto alla quale non vi sono dati storici precisi.
Quale può essere il valore aggiunto dei bambini in uno spettacolo teatrale?
Una volta che si sono liberati degli schemi costrittivi di tante recite scolastiche, i bambini diventano attori assolutamente credibili, perché giocando si immedesimano nelle situazioni. Certe volte mi dico che voglio essere come loro…
Ormai il teatro e lo spettacolo sono la tua unica occupazione. È stato difficile coltivare questa passione fino a farne una professione?
Ho scoperto il teatro con “la risata”, come una cosa comica. Mi ricordo ancora quando, durante una recita in dialetto alle elementari (ero una lavandaia), una frase che per me era la più naturale del mondo fece scatenare una risata nel pubblico. Quella risata me la sono sentita dentro per tanto tempo, poi ci sono state le “corride” per la Quintanella a Scafali, l’esperienza con Pesaresi, la laurea in Storia del Teatro… Ma se ti debbo dire ancora oggi quando mi chiedono “che lavoro fai?” mi trovo in difficoltà. Se rispondo “sono un’attrice” mi sembra troppo.
© Gazzetta di Foligno – VILLELMO BARTOLINI