Nascita straordinaria
Sette adulti battezzati nella notte di Pasqua
Nella notte di Pasqua la Chiesa di Cristo che è in Foligno ha dato alla luce sette suoi nuovi figli già adulti, oltre a tanti altri bambini. Sono Marco, Eraldo, Mariana, Alfrida, Bora, Nadia e Monica, battezzati dal Vescovo Gualtiero nell’abbraccio del popolo di Dio che riempiva tutta la cattedrale di san Feliciano.
Una nascita (o se volete rinascita, secondo il linguaggio paolino) che avevamo già annunciato, ma che resta straordinaria. Qualcuno dei nostri lettori potrebbe chiedersi cosa ci sia di straordinario, in un evento che di per sé costituisce un passaggio normale nella vita della Chiesa. Certo, le persone si convertono, chiedono il Battesimo, sono preparate e poi si battezzano a Pasqua: sembra facile e considerando che la maggior parte di questo lavoro spetta allo Spirito Santo, forse dal Suo punto di vista lo è veramente.
Ma davanti ai nostri occhi i fatti ordinari sono altri. La fascia di persone che sta più fuori dalla Chiesa (fisicamente fuori, nel senso che non vengono) è dai quindici ai cinquanta anni. L’età dei neofiti di cui stiamo parlando va dai 17 ai 42. Negli ultimi anni alcuni stanno venendo a chiedere di essere cancellati dal registro dei battezzati. Questi sette li abbiamo visti desiderare ardentemente di poter essere cristiani. Molti membri della Chiesa considerano la Messa un dovere pesante da assolvere. Per loro era un regalo che non vedevano l’ora di ricevere. La morale cattolica sembra infastidire tanti uomini e donne del nostro tempo, anche dentro la Chiesa. I neo-battezzati, pur riconoscendo la propria difficoltà a cambiare vita, hanno avuto solo gratitudine per avere il privilegio di poter riconoscere la verità del disegno di Dio sulla persona umana. Di solito tutti noi, quello che non capiamo lo etichettiamo sbagliato, loro hanno chiesto di essere aiutati a capire. Noi spesso giudichiamo gli stranieri senza neanche conoscerli, quelli di loro che sono stranieri (Perù, Cuba, Albania), avendo conosciuto molti peccati di noi italiani sulla loro pelle, sono riusciti a non giudicare. Infine noi abbiamo avuto la grazia dei sacramenti fin da piccoli, mentre alcuni di questi nuovi fratelli in Cristo provengono da famiglie musulmane o da paesi in cui il cristianesimo è avversato dallo stato, eppure il germoglio della fede lo vediamo rigoglioso più tra le spine che sulla terra buona. Ecco quello che c’è di straordinario.
Con questo non si vuole canonizzare nessuno, tantomeno chi è neonato alla vita cristiana, solamente rendere gloria a Dio per la sua opera, per la sua vittoria, che in ogni uomo che la accoglie spinge verso il passaggio a una realtà nuova: la Pasqua appunto. Ma è possibile che tutti i cristiani facciano esperienza di questa vittoria e di questa luce? L’inno delle Lodi di Pasqua ci insegna a sperarlo: O Gesù, re immortale, unisci alla tua vittoria i rinati nel battesimo. Irradia sulla tua Chiesa, pegno d’amore e di pace, la luce della tua Pasqua.
© Gazzetta di Foligno – FRANCESCO BOVI