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Giovanni Paolo II due volte a Foligno

Un ricordo del Papa polacco beatificato il 1° maggio

Sono tanti i luoghi e le comunità che, in questi giorni, possono vantare un ricordo diretto e personale del Beato Giovanni Paolo II; Foligno è certamente uno fra quegli innumerevoli luoghi benedetti da una presenza così significativa, visitati da una speranza così viva e trascinante.

Sulla memoria di quelle due visite, la prima nel giugno del ’93 – legata ad Angela – e la seconda nel ’98, a pochi mesi dal sisma, la stampa si è soffermata a lungo, ricordandone e ravvivandone i fatti proprio in occasione della beatificazione. Da parte nostra vorremmo sottolineare come in quella memorabile domenica del 20 Giugno ’93 le prime parole pronunciate da Giovanni Paolo II nell’omelia, durante la grande concelebrazione eucaristica, furono : “Non abbiate timore” (Mt. 10, 31). Foligno beneficiò, quel giorno, della cifra cospicua che ha accompagnato ed impreziosito il pontificato di Giovanni Paolo II: quell’invito alla speranza è lo stesso che soffiò sui sistemi politici ed economici, sulle coscienze e nei cuori, riportando al centro la dignità della persona umana.
I folignati, certo, avranno ancora nella memoria le parole indimenticabili del Papa che esortava a farsi portatori della buona notizia che è Gesù: “Oggi non è tempo di nascondere il Vangelo, ma di “predicarlo sui tetti” (cf. Mt 10, 27). Non diversamente agì il vostro Patrono san Feliciano, l’evangelizzatore che percorse le strade di questa vostra Regione, predicando la Buona Novella affinché a tutti coloro che erano nelle tenebre rifulgesse la luce della salvezza”. Ed ancora: “La causa del Vangelo esige la disponibilità a distaccarsi da ogni bene temporale, compresa la stessa vita, in nome di un bene che supera il tempo ed è custodito nell’eternità di Dio. Ecco come si spiega, come si giustifica questo evangelico “Non abbiate paura”. Questo certamente ha compreso e vissuto san Feliciano martire, che ha offerto la propria vita per la fede per impiantare la fede in questa vostra Chiesa”. Giovanni Paolo insistette più volte sul Cristo Tutto, con il pensiero rivolto all’esempio luminoso di Angela, e forse a molti non sarà sfuggito l’accenno all’anticonformismo di una scelta radicale come quella della grande mistica: l’itinerario della vita cristiana – disse con forza il Papa – ha anche un nome evangelico: “è la via della croce. Chi si impegna a percorrerla incontra il Crocifisso, il “Dio-uomo passionato” – come lo chiamava Angela; incontra il Figlio di Dio fatto uomo nell’atto supremo della sua donazione: la morte di croce. L’anima desidera allora di essere con Cristo per essere come Lui: crocifissa con Lui crocifisso.
È un insegnamento decisamente anticonformista. Dolore, umiliazione, povertà: sono realtà che la gente istintivamente sfugge con orrore”, eppure: “Dove il Signore ci ha detto di cercarlo se non dove sono sofferenza, emarginazione e povertà?”. Non è profetica, questa parola, in un momento in cui, anche come folignati, siamo chiamati all’accoglienza degli offesi e degli ultimi? Non risuonano di tremenda attualità le parole che il Papa santo, il Papa della dignità umana, volle pronunciare alla folla quel giorno? “Angela non soltanto contemplava Cristo sofferente, ma lo serviva nelle sue membra: nei poveri, nei malati, nei lebbrosi. Per confortare coloro che erano nel bisogno si metteva dalla loro parte, imitando quanto Gesù aveva fatto”. Ad Angela (dal cui Libro il pontefice aveva scelto brani per la Via Crucis del 1983) Giovanni Paolo II dedicò anche la bellissima preghiera che si legge nella Chiesa di San Francesco, con l’emozionante inciso dedicato ai giovani : “Fa’ che i giovani ti sentano vicina, / guidali alla scoperta della loro vocazione, / perché la loro vita si apra alla gioia e all’amore”. Ed alla città lasciò, qualche anno dopo, nella sua visita alle aree terremotate, un invito ed un monito con il quale vorremmo chiudere, senza altri commenti, questo contributo: “Continuate con fiducia a camminare uniti”.

© Gazzetta di Foligno – GUGLIELMO TINI

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