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Il Convegno di studi su Michele Faloci Pulignani

“Chi voglia scrivere la storia contemporanea in modo veramente obiettivo, e non voglia tener conto delle proprie convinzioni personali, deve cautelarsi dalla tentazione di voler dire sempre bene, di voler veder tutto bello, o viceversa di voler dire sempre male, di voler vedere tutto brutto nel soggetto che prende a trattare. Inoltre, non solo deve dire la verità, ma deve dirla tutta; onde, se gli accada di avere fra le mani qualche documento che gli piaccia poco, di dover raccontare qualche episodio che gli piaccia meno, non deve fingere di non aver conosciuto quel documento, non deve saltare a pié pari quel fatto, ma deve occuparsi dell’una e dell’altra cosa con la stessa serenità con la quale si è occupato delle altre. Chi si lascia vincere dalla prima tentazione, forse può essere in buona fede; ma chi cade nella seconda, non ha nessun diritto alla fiducia del lettore”.

Così scriveva Faloci nel 1911. E a questa bella lezione di etica della ricerca storica si è ispirata la Gazzetta di Foligno per organizzare il Convegno di studi su Michele Faloci Pulignani a settant’anni dalla morte.

Di un uomo che per più di mezzo secolo ha lasciato un’impronta profondissima nella storia civile e religiosa della sua città – dall’arte alla cultura alla politica – i folignati hanno diritto a conoscerne intera la personalità e l’opera, non deformate da visioni unilaterali o da giudizi per sentito dire. La pluralità e l’autorevolezza dei relatori che si confrontano su questa grande e complessa figura – la più importante che ha avuto Foligno tra ‘800 e ‘900, senz’altro la più conosciuta oltre le mura cittadine – ci danno ampie garanzie. Nel 1956 un comitato cittadino promosse grandi manifestazioni nel primo centenario della nascita del Faloci. Accanto al Sindaco Italo Fittaioli, aderirono personalità della cultura e della politica, delle istituzioni civili e religiose. Il comitato pubblicò anche un opuscolo sui tanti meriti del monsignore nel campo degli studi storici, dell’arte, dell’edilizia sacra e civile, del giornalismo, ecc. In seguito non sono mancate interessanti Tesi di laurea, discusse soprattutto al Magistero di Perugia con gli storici Fausto Fonzi, Mario Casella, Stanislao da Campagnola. Eppure, manca ancora oggi una biografia completa che abbracci tutta l’attività del Faloci, datate come sono le pubblicazioni di don Angelo Messini (1941) e di padre Gaetano Stano (1953). Nella Biblioteca Comunale è possibile comunque trovare tutta la ponderosa opera letteraria del monsignore ed un epistolario di 13.000 lettere. Qualche anno fa, un pieghevole della Biblioteca presentava Faloci come uno “studioso di fama internazionale, profondamente innamorato della storia della sua città e singolarmente attivo nella difesa del patrimonio storico-artistico”. Ma al convegno affrontiamo anche altri aspetti: i rapporti del Faloci con il movimento cattolico, con la politica e con il fascismo; la lotta contro le forze anticlericali e massoniche; il suo impegno sempre fisso su “Religione, Patria e Libertà”. Elevandoci sul sentito dire, offriamo un orizzonte di osservazione più aperto e serenamente critico.

© Gazzetta di Foligno – ANTONIO NIZZI

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