Visita Pastorale San Niccolò
Il Signore ci visita nella persona del nostro Vescovo Mons. Gualtiero Sigismondi
Sua Eccellenza Mons. Gualtiero Sigismondi dal 15 al 20 marzo ha visitato la Parrocchia di San Nicolò. Parrocchia “esigua”, tra le più piccole della Diocesi, la più povera e disagiata, con prevalenza di immigrati, zona da cui sembra “non possa venire niente di buono”. Al suo primo ingresso, invece, il Vescovo chiama questa piccola comunità “granello di senapa”, “grano di sale”. Sembrano, queste, parole di speranza, ma si rivelano profetiche. La Parola, infatti, che sempre opera ciò che annuncia, ha realizzato ciò che appariva solo un buon auspicio. Sì, perché da Nazareth viene più che “qua1cosa di buono”, se è il Signore stesso, nella persona del Vescovo, che percorre questi vicoli dissestati, queste piazzuole dimenticate, se entra nella fredda chiesa di San Nicolò, accolto dal sorriso raggiante e dalle braccia aperte di Padre Lolli.
Gli incontri si susseguono fruttuosi come da programma e tutti ne escono “glorificando Dio” e il suo santo servo che si fa “tutto a tutti”:
– teologo nella Scuola di Teologia, ove tiene una lezione magistrale sul tema del male e indica la Croce come sola fonte di grazia e resurrezione dal dolore;
– compagno di gioco con i ragazzi della Scuola Media Piermarini; qui, “a1 telefono senza fili”, il messaggio “mio Signore e mio Dio” si trasforma, quasi miracolosamente, in quello di “Gesù è buono”;
– padre, che insegna ai genitori l’arte di amare, fatta anche di “no” che fanno soffrire, di libertà da concedere nella vigilanza e nel dialogo.
Un momento particolarmente intenso della visita pastorale è stato l’incontro, non programmato, con l’Imam della Comunità islamica di Foligno.
“Siate Chiesa missionaria!”. Questa è l’esortazione che il Vescovo ci ha rivolto nella Santa Messa. In questo modo la Chiesa acquista la capacità di ravvisare negli estranei, nei lontani, ignorati o sfiorati appena dagli sguardi, proprio il volto del Signore che chiede di essere riconosciuto e accolto nel cuore. Il 19 marzo, giorno della festa di San Giuseppe, si è tenuta una cena di solidarietà, che ha riunito più di cento persone in un clima di amicizia e fraternità. I proventi della serata sono stati devoluti alla Casa dell’Amicizia in Argentina: questa istituzione, che vede il coinvolgimento diretto di Padre Lolli e dei parrocchiani, accoglie i bambini della Selva che versano in condizioni di miseria e abbandono assoluti. L’ultimo atto della visita pastorale è stata una sentita celebrazione eucaristica con un attento ascolto della parola. La Messa ha coinvolto in modo attivo il piccolo branco scout e i bambini e i ragazzi che frequentano la catechesi. In questa occasione, il Vescovo ha ricevuto in dono l’opera di S. Agostino “La città di Dio”, perché anche Foligno, attraverso l’amor Dei usque ad contemptum mundi, diventi pienamente civitas Dei.
© Gazzetta di Foligno – ADRIANA CRUCIANI
Notizie storiche
Lo storico Ludovico Jacobilli (1598-1664) scrisse che la chiesa di S. Nicolò fu fondata nel 1094; ma la più antica notizia ben documentata attinente questa chiesa risale al 1138, nella bolla «Religiosis desideriis» di Innocenzo II, diretta all’abate Michele del monastero di Sassovivo, bolla che consacrava la potenza di questo monastero nato appena sessant’anni prima (1077). Innocenzo II pose anche la chiesa di S. Nicolò tra quelle soggette alla comunità di Sassovivo.
Poi nel 1281, chiesa e monastero annesso divennero proprietà del Vescovo di Foligno. Nel 1348 tornarono i religiosi, i monaci benedettini olivetani. Costoro officiarono questa chiesa fino al 1434, quando furono sostituiti dagli eremitani di S. Agostino della Congregazione detta Perugina. Nel 1770 questa Congregazione fu soppressa, tuttavia la parrocchia di S. Nicolò rimase affidata ai padri dell’Ordine agostiniano.
Questa chiesa, nel Quattrocento, fu abbellita con opere pittoriche di altissimo valore, forse tra le più belle tra quelle conservate nella città di Foligno; pittori eminenti furono Bartolomeo di Tommaso e Niccolò di Liberatore. Tra il Seicento e il Settecento si ebbe il consueto e discutibile ammodernamento architettonico di questo sacro edificio. Ma il peggio doveva ancora avvenire, infatti questo convento fu soppresso durante l’invasione francese e poi di nuovo durante gli anni del Risorgimento italiano. Ancora oggi gran parte dell’antico convento è occupato dalla scuola media “G. Piermarini”, eccetto gli ambienti prospicienti su piazza S. Nicolò.
Questa parrocchia contava 455 anime agli inizi del secondo decennio del Novecento; poi nel 1940 aumentò di poco fino a 550 anime; nel 1985 scese a 270; nel 2010 ne conta circa 650, a causa della numerosa presenza di immigrati.
“La popolazione è quasi tutta povera”, affermava il parroco agostiniano p. Pio Santolini nella relazione preparatoria alla Visita pastorale del Vescovo Giorgio Gusmini (1911-1914); aggiungeva che la gente era poco aperta, poco istruita e poco praticante; comunque egli si riprometteva di prendersi cura della gioventù “onde sviluppare l’istruzione religiosa e l’allontanamento dalle occasioni cattive”.
Gli ultimi parroci sono stati p. Tito Cafferri e p. Giovanni Benedetti; attualmente il parroco è p. Vincenzo Lolli.
Ora, dal punto di vista pastorale, il parroco di S. Nicolò serve anche gli abitanti dell’ex parrocchia di S. Giovanni Dell’Acqua e quindi si prende cura del santuario della Madonna delle Grazie, vicino al fiume Topino. Accanto a questo santuario si trovano gli ambienti della “Casa del Ragazzo”, una ben nota istituzione per l’educazione dei giovani.
Va fatto cenno della cappella di S. Tommaso dei Cipischi, vicinissima alla chiesa parrocchiale di S. Nicolò. Questa chiesa ha un’antica e interessante storia medievale; ora ha perso ogni significato cultuale; perfino i suoi affreschi sono stati staccati e portati in Seminario (1955).
© Gazzetta di Foligno – DANTE CESARINI
La realtà attuale
Tra le risposte date, nelle sezioni pastorali del questionario della Prima V. P. di Mons. Gualtiero Sigismondi, da p. Vincenzo Lolli O.S.A., accenniamo a quelle più significative.
In merito alla predicazione, egli dichiara che viene portata avanti “Nel modo più semplice e umile, con richiamo costante all’esperienza quotidiana”; sulla trasmigrazione parrocchiale, afferma: “La parrocchia offre accoglienza ai bambini e ai ragazzi di altre parrocchie, con il benestare del proprio Parroco. Le famiglie – aggiunge – adducono motivi di richiami generazionali e amicizie tra i ragazzi”.
A proposito degli adulti, fa presente che ogni martedì sera viene loro proposto “un tema teologico”, mentre dell’oratorio fa sapere che partecipa al coordinamento nazionale dell’A.N.S.P.I.
Riguardo alle missioni, dice: “La parrocchia è coinvolta in modo diretto e partecipativo alla vita missionaria della Chiesa, con iniziative e realtà operative in Argentina e in Senegal e nei luoghi, dove i sacerdoti legati alla fraternità sacerdotale di S. Nicolò vivono ora la loro presenza missionaria, specialmente in Africa”.
Nella parte liturgica del questionario, p. Vincenzo, oltre a segnalare che gli animatori musicali sono Massimo Pinaglia e Leonello De Santis, e che collabora, come ministro straordinario della Comunione, Vincenzo Benedetti, alla domanda: “Esistono esperienze comunitarie di preghiera?, risponde che c’è il “piccolo gruppo mariano, che si raduna […] il giovedì e il sabato”.
“La benedizione delle case – fa poi sapere – costituisce un momento d’incontro, di conoscenza approfondita della situazione familiare e nomento di preghiera. Viene accolta – precisa – con gioia e ospitalità”; poi dichiara: “Nella devozione a S. Rita la parrocchia esprime il momento di festa ricco della testimonianza della Santa, offrendo ai devoti una gioiosa e serena esperienza esteriore”; più avanti, in merito alla S. Confessione, scrive: “Vengono utilizzati i momenti di preparazione dei ragazzi e dei bambini come […] richiamo per tutti. Momento particolare di grande significato – aggiunge – è l’esperienza della ‘Scala Santa’ a Bevagna”.
Nella terza parte del questionario, p. Lolli rende noto che “In parrocchia esiste l’associazione ‘Amici di Sant’Agostino’, che vive e opera nella dimensione del movimento nazionale e internazionale […]”, che c’è “la Confraternita di S. Rita, come estensione […] di quella presente a Cascia”, e che “La Parrocchia vive il carisma religioso agostiniano come espressione di amicizia e di fraternità con tutti”.
Nell’ultima parte, oltre ad affermare che è attiva la Caritas parrocchiale, fa presente: “Il Parroco ha portato avanti la pastorale della famiglia per decenni con l’équipe che ha condiviso sacrifici, spese e gioie nel ricostruire l’amore sponsale in tanti nuclei familiari. La proposta di fare della famiglia una comunità d’amore ha coinvolto sia famiglie della città di Foligno che di altri luoghi”.
© Gazzetta di Foligno – SERGIO ANDREOLI