Avrà futuro la Cassa di Risparmio di Foligno?
Notizie allarmanti danno ormai per certa la costituzione di un’unica banca regionale
C’è una notizia a quanto pare ingombrante, dato il silenzio generale della stampa locale. Si sta discutendo l’unificazione delle Casse di Risparmio dell’Umbria e la discussione più viva riguarda la collocazione della sede regionale. Tutte le autorità interessate sapranno intervenire in maniera adeguata e chiara sulla vicenda. Intanto, sembra che la presidenza della Regione sia già contraria all’ipotesi, che per Foligno risulterebbe penalizzante.
La Gazzetta di Foligno è stata sempre attenta alle prospettive della banca locale e – piaccia o meno – continua a riflettere e far riflettere sull’argomento la cittadinanza. Anche nel passato, si ricorderà, ci si è posti il problema dell’opportunità dell’autonomia delle piccole banche, fin da quando la Cassa di Risparmio di Foligno è entrata nell’orbita di Banca Intesa. Si è discusso della capacità delle piccole banche di resistere nella competizione imposta dalla concorrenza. Da una parte, si è tenuta presente la naturale attenzione della banca locale alle esigenze del territorio; dall’altra, la capacità dei grandi istituti di razionalizzare i costi e quindi, almeno in linea di principio, di fornire più e più efficaci servizi, senza trascurare il rischio che le piccole banche potessero essere fagocitate dalle grandi o addirittura costrette al fallimento. Da qui l’idea di alleanze con i grandi gruppi. E questa è stata la strada che ha scelto la Cassa di Risparmio di Foligno, entrata a far parte del sistema Banca Intesa, con l’assicurazione, anche recentemente e formalmente riaffermata, del rispetto dell’autonomia necessaria a soddisfare le esigenze dell’economia locale: mantenendo uno strumento di credito governabile, nei limiti imposti dal sistema, anche mediante organi di amministrazione locali. Si sapeva, insomma, che mai si sarebbe proceduto a chiusure di sportelli e tanto meno di banche. Ma ora circolano notizie tutt’altro che rassicuranti. La cosa sarebbe più grave, se l’iniziativa per l’eventuale banca unica regionale fosse perpetrata da autorità umbre protese soprattutto a trascurare quelle esigenze di equilibri ragionevoli tra i diversi territori della regione. Di più: il rischio è la scomparsa dei consigli di amministrazione delle casse, ultimi presidi di un efficace collegamento con il territorio di pertinenza; il rischio è la scomparsa del logo storico dopo un secolo e mezzo della nostra CRF. C’è poi da sciogliere un nodo tutt’altro che semplice: che fine farà il cospicuo capitale sociale ora in mano alle Fondazioni? Intanto, in questa trasformazione che può impoverire il servizio del credito bancario, assoggettato a decisioni straniere, colpisce il silenzio della città e di quanti ne hanno le responsabilità ai diversi livelli. È allarmismo, il nostro? Non ci pare: da quando la Cassa di Foligno si è affidata alla Cariplo e poi a Banca Intesa, abbiamo assistito ad una progressiva storia di dimagrimenti (nel personale e nel patrimonio) e al passaggio della dirigenza a personalità non di Foligno e nemmeno umbre. Non ci meraviglia se il processo fosse inarrestabile. Ci meraviglia che Foligno continui a tacere.
© Gazzetta di Foligno – ANTONIO NIZZI