Visita Pastorale San Feliciano
L’accoglienza
La comunità parrocchiale di San Feliciano è accorsa numerosa, come ad una festa, ad accogliere il Vescovo Gualtiero, che dava inizio alla Visita Pastorale, dimostrando quanto sia importante per i cristiani l’incontro con il Pastore, successore degli Apostoli, da cui ci si aspettano un’attenzione e un’illuminazione straordinaria. E ad illustrare il senso dell’avvenimento è stato il parroco, Mons. Giuseppe Bertini, il quale, rifacendosi nel suo saluto ai documenti della Chiesa, ha ricordato che la Visita Pastorale è “un segno della presenza del Signore che visita il suo popolo nella pace”. Infatti il Vescovo è “immagine viva di Gesù Buon Pastore, che cura il gregge affidatogli con l’insegnamento, la santificazione e il governo.
Quindi la Visita Pastorale è un’occasione per ravvivare le energie degli operai evangelici, lodarli, incoraggiarli e consolarli, … per richiamare tutti i fedeli al rinnovamento della propria vita cristiana e ad un’azione apostolica più intensa”. Don Giuseppe ha concluso ringraziandolo a nome di tutti della sua presenza.
Mons. Sigismondi, a sua volta, ha ricordato che la Visita Pastorale è una singolare occasione d’ascolto, innanzi tutto della Parola di Dio, che la Chiesa ci offre attraverso la liturgia. Partendo dalle letture del giorno, ha introdotto una riflessione sulla necessità del dono di noi stessi, per giungere alla domanda finale: “Che cosa dobbiamo compiere e che cosa dobbiamo lasciare per seguire e servire Gesù?” E ha terminato dicendo che la risposta per ciascuno può emergere dal cammino della Visita Pastorale.
L’incontro con i rioni
Il Vescovo ha incontrato anche i consigli direttivi dei rioni della Quintana, che nella maggior parte (7 su 10) sono ubicati nel territorio della parrocchia, i quali hanno risposto con entusiasmo, presentandosi in gran numero. La rievocazione storica della Giostra, che oscilla tra storia e fantasia, tra rigore scientifico e libertà dello spettacolo, è un’occasione importante per la nostra comunità, perché coinvolge migliaia di cittadini, i quali concorrono a produrre un evento di partecipazione, che è una ricchezza per la città intera e il suo ampio territorio. L’impegno disinteressato di tanti uomini e donne che lavorano per il successo dell’iniziativa va riconosciuto e valorizzato e la Chiesa intende farlo con la sua vicinanza. Il Vescovo, infatti, nel corso dell’incontro, ha elogiato il volontariato quale dono gratuito dei propri talenti alla comunità.
Il dialogo con le Istituzioni
Commovente è stato l’appuntamento con i militari dell’Arma nella caserma dei Carabinieri, alla presenza del Comandante della Compagnia di Foligno cap. Andrea Mattei, del vice luog.te Marco Meloni, del Comandante della Stazione CC di Foligno m.llo Francesco Mataloni e di numerosi carabinieri. Il Vescovo, dopo aver ricordato la tradizione di fedeltà, generosità e gli ideali dell’Arma, ha espresso la riconoscenza a coloro che si adoperano con dedizione al bene e alla sicurezza dei cittadini e ha ricordato il sacrificio del m.llo Andrea Angelucci. Dopo un cordiale intrattenimento, Mons. Gualtiero ha invocato la Madre di Dio, Virgo Fidelis, Patrona dei carabinieri. È seguita la preghiera comune, quindi la benedizione e il commiato.
Successivamente mons. Sigismondi è stato accolto negli uffici affrescati di Palazzo Jacobilli-Carrara, sede della Compagnia della Guardia di Finanza di Foligno, dal cap. Enrico Fiorenza e dal presidente della sede ANFI (Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia), v.brig. Venanzo Bonifazi. Il cap. Fiorenza, nel dargli il benvenuto, ha dichiarato che la sua visita rappresenta un apprezzamento per l’opera svolta dalla Guardia di Finanza. Infatti il Vescovo ha messo in evidenza l’impegno con cui le Fiamma Gialle si adoperano per lo sviluppo della legalità e, dopo aver espresso la sua gratitudine, ha pregato con loro e impartito la benedizione.
Straordinaria anche l’accoglienza che il Vescovo ha ricevuto presso il Centro di selezione e reclutamento nazionale dell’esercito da parte del Comandante gen. Maurizio Mattei e dalla numerosissima assemblea di militari attivi nella Caserma Gonzaga. Inoltre mons. Sigismondi, in un clima di grande cordialità, è stato accolto presso il Commissariato di Pubblica Sicurezza dal dirigente dott. Bruno Antonini; all’incontro erano presenti, oltre ai poliziotti del Commissariato, il gruppo della Polizia Ferroviaria e della Stradale.
Il Vescovo, infine, incontrerà amministratori e dipendenti del Comune di Foligno nei primi giorni di aprile.
L’incontro con gli adulti dei Movimenti, Gruppi e Associazioni
È stato questo l’evento centrale della visita di mons. Vescovo. Erano presenti circa 130 persone appartenenti all’Azione Cattolica, ai Corsi di Cristianità, agli Scout, ai Neocatecumenali, al Rinnovamento nello Spirito e altri parrocchiani. Già queste diverse appartenenze danno l’idea della complessità della vita della parrocchia. Mons. Bertini ha messo in evidenza l’attualità della parrocchia, citando le parole di Giovanni Paolo II: “Ancora oggi in Europa la parrocchia, pur bisognosa di costante rinnovamento, continua a conservare e ad esercitare una sua missione indispensabile e di grande attualità in ambito pastorale ed ecclesiale. Essa rimane in grado di offrire ai fedeli lo spazio per un reale esercizio della vita cristiana”. Da sempre la parrocchia è la casa di tutti e deve assicurare la dimensione popolare della Chiesa, rinnovandone il legame con il territorio nelle sue molteplici dimensioni sociali e culturali. Oggi, in un contesto di pluralismo culturale e religioso, deve chiedersi prima di tutto come continuare ad annunciare il Vangelo ad ogni uomo.
Dopo che ciascun gruppo ha presentato la propria storia e il proprio impegno, mons. Vescovo ha invitato tutti a fare “coro”, perché il nostro annuncio sarà tanto più credibile, quanto più saremo uniti. La Chiesa è la casa in cui ci si riconosce fratelli, in quanto figli dello stesso Padre. I pericoli dell’individualismo e del centralismo si superano facendo squadra, nella comunione tra fedeli, con il parroco e con il Vescovo. Per renderla concreta, mons. Sigismondi ha specificato che bisogna far guerra a se stessi, disarmarsi della volontà di aver ragione, di giustificarsi sempre, di considerare migliori i propri progetti, bisogna nutrire un po’ di diffidenza verso il proprio io e il proprio movimento. Dobbiamo essere grati per i doni degli altri ed essere uniti in tutto ciò che è essenziale.
Il Vescovo e il Consiglio Pastorale
Dopo varie celebrazioni liturgiche, visite ai malati e incontri personali, decisivo è stato l’incontro con il Consiglio Pastorale. In un clima di amicizia il parroco ha illustrato, tra le diverse criticità, la difficoltà di collegamento col consiglio zonale e diocesano e, all’interno della parrocchia, tra le sue varie realtà. Il territorio della Cattedrale presenta una rapidissima evoluzione a partire dal 1997, perché, in seguito al terremoto e alla ricostruzione, il centro storico è andato popolandosi di immigrati, per la maggior parte stranieri (sono il 30% degli abitanti). C’è stato un aumento di problemi di povertà, solitudine, droga. La parrocchia, al fine di rispondere alle nuove crescenti esigenze, è stata divisa in piccole zone, c’è stato qualche tentativo di centri d’ascolto, c’è l’attività di assistenza della Caritas parrocchiale, oltre a celebrazioni liturgiche in lingua per stranieri ucraini, rumeni e polacchi e la recita del Rosario nel mese di maggio. Ne risulta un quadro complesso, che però, dice il Vescovo, è anche una grande ricchezza, che chiama ad una conversione missionaria.
Mons. Sigismondi ha apprezzato l’opera dei parroci, che ha il suo centro e culmine nelle celebrazioni liturgiche festive e feriali, sempre ben preparate e molto partecipate, e nella cura del decoro di ciascuna chiesa. Inoltre ha elogiato gli operatori pastorali e la variegata vivacità dei movimenti e dei gruppi ecclesiali, ciascuno con il suo carisma, e ha indicato una priorità pastorale. La necessità più urgente, secondo il Vescovo, è promuovere il dialogo tra i movimenti ecclesiali e la parrocchia: “conversione della parrocchia, ma anche conversione alla parrocchia da parte dei movimenti”.
I bambini e i ragazzi domandano al Vescovo…
Il Vescovo ha potuto dialogare, oltre che con i giovani e i giovanissimi, nel corso di un proficuo incontro avvenuto in precedenza, anche con i fanciulli del catechismo e delle scuole elementari e medie (Scuola Elementare S. Giuseppe, Scuola Materna ed Elementare Piermarini e Scuola Media Carducci ) in un clima di grande familiarità, in cui è stato subissato di domande di tutti i tipi, alle quali ha risposto con semplicità e schiettezza, valorizzando ciascun piccolo interlocutore. Dalle richieste più serie («Come si scopre la propria vocazione?», «Ascoltando i genitori e il parroco, ma soprattutto, è la strada giusta, se si prova gioia nel seguirla»), a quelle che hanno offerto a mons. Gualtiero l’occasione di divertire («Perché il Vescovo ha un cappello così grande?», «È simbolo della santità, ma è anche, secondo qualcuno – ha scherzato il Vescovo – il prolungamento del vuoto della testa!»).
La Visita Pastorale si è contraddistinta per la significativa Celebrazione delle Ceneri e si è conclusa con una bella liturgia, cui ha fatto seguito la festa nel centro della Comunità, come espressione della gratitudine di tutta la parrocchia per l’attenzione, la vicinanza e gli insegnamenti di cui il Vescovo ha fatto dono, con sapienza, dottrina e sensibilità, alle persone che vivono e operano in questo territorio.
© Gazzetta di Foligno – MARIA GABRIELLA BENEDETTI
Notizie storiche
Alcune date più importanti e sicure riguardanti la cattedrale di S. Feliciano sono le seguenti: nel 1146 il cardinale Giulio Romano consacrò il nuovo edificio sacro; nel 1521 fu eretta la nuova fabbrica in stile moderno; nel 1819 terminarono i lavori di restauro della cattedrale, di cui fu protagonista l’architetto Giuseppe Piermarini; nel 1904 il cardinale Domenico Svampa consacrò questa chiesa definitivamente rinnovata.
Per quanto riguarda i confini della parrocchia della cattedrale, occorre risalire al 1591, quando il vescovo Marcantonio Bizzoni stabilì i confini di tutte le parrocchie di città.
Nel secolo XX sono avvenute profonde trasformazioni nella pastorale diocesana e anche la parrocchia della cattedrale ne è stata toccata. La più importante innovazione si ebbe nel 1966, quando il capitolo della cattedrale cessò definitivamente le funzioni di parroco della cattedrale. Fu necessario predisporre nuove Costituzioni per il capitolo della cattedrale e si ebbero nel 1996, ad opera del priore mons. Mario Sensi.
Il terremoto del 1997 colpì duramente la nostra cattedrale, ma i lavori di restauro sono stati condotti speditamente, e la cattedrale ha potuto accogliere nuovamente i fedeli nel dicembre 1999.
Questa parrocchia contava nel 1911 circa 6.000 persone; nel 1940 raggiunse 7.500 anime; nel 1985 scese a 2.350, a causa dello spopolamento del centro storico; nel 2010 è risalita a 4.461 per l’annessione di alcune ex-parrocchie (l’ultima annessione, avvenuta nel 2009, riguarda 250 anime circa, già della parrocchia di S. Giacomo). In definitiva la parrocchia della cattedrale, per la sua posizione centrale rispetto all’antica forma della città e per la decadenza di altre parrocchie cittadine, sta diventando il più notevole centro pastorale all’interno delle antiche mura.
Il genius loci della parrocchia di S. Feliciano è dunque la sua centralità che lascia intravedere un’importanza crescente in un prossimo futuro.
Attualmente la parrocchia di S. Feliciano comprende anche quella del Santissimo Salvatore, la quale quindi ha perso ogni autonomia pastorale, anche se dal punto di vista degli ordinamenti civili costituisce un ente a sé. In realtà la parrocchia del santissimo Salvatore, di origine antichissima, è più soltanto un nome; la chiesa di questo nome, risalente al secolo XVIII e ricca di opere d’arte anche anteriori a questo secolo, è stata restaurata dopo il terremoto del 1997 e attende un appropriato uso liturgico.
La parrocchia della cattedrale include un numero straordinario di chiese antiche e belle; ricordiamo, per esempio, le chiese ex-parrocchiali di S. Giovanni Dell’Acqua e di S. Giacomo, le chiese sedi di confraternite o chiese monastiche, come quelle di S. Anna o del Suffragio, del Gonfalone, di S. Giuseppe (o S. Margherita, o della Trinità), della Misericordia (o San Giovanni Decollato), di S. Apollinare (o della Morte), dell’Annunziata, di S. Lucia, di S. Caterina, di S. Giovanni Battista (ex ospedale). Da aggiungere l’Oratorio della Nunziatella (comunale) e la cappella dell’Istituto “Palestini”, così chiamato dal nome di un sacerdote, Don Bernardino Palestini (1803-1887), fondatore di un Istituto per l’educazione delle giovani.
La chiesa che, tra queste, ha più sofferto lungo la sua storia è quella del Gonfalone: “Divenuta nel 1918 alloggio per le truppe cecoslovacche, fu poi adibita a magazzino, finché nel 1990 fu restaurata, ma mantenuta priva di arredo interno, e divenne sede di mostre e incontri culturali”. Invece la chiesa di S. Anna o del Suffragio, che forse è la più bella tra tutte queste, è stata restaurata dopo il terremoto del 1997 ed è pronta per l’uso liturgico; la chiesa di S. Giuseppe, anch’essa restaurata e anch’essa molto bella, ha già ospitato importanti liturgie; la chiesa di San Giovanni Decollato detta della Misericordia offre un notevole esempio di stile barocco, essa serve alla pastorale dell’Istituto S. Carlo.
La chiesa monastica di S. Caterina, annessa ad un monastero delle clarisse, è particolarmente cara alla comunità cristiana perché ospita l’esposizione perpetua del Santissimo Sacramento, l’unica in città.
La chiesa monastica di S. Anna, annessa al monastero delle suore terziarie francescane della Beata Angelina, è sede di molti incontri di preghiera e di apostolato nella più bella tradizione di questo Istituto religioso.
Nel 1986 questa parrocchia della cattedrale assorbì giuridicamente, non pastoralmente, anche l’ex parrocchia di S. Giovanni dell’Acqua, del resto poco popolosa; nel territorio di questa ex parrocchia è situato il prezioso santuario della Madonna delle Grazie, eretto nel secolo XV, ammodernato alla fine del secolo XIX (1898), per cura di mons. Michele Faloci Pulignani.
Tra i parroci più recenti della parrocchia della cattedrale di S. Feliciano ricordiamo mons. Decio Mattinati, dal 1969 al 2003; egli è riconosciuto come uno dei presbiteri più dediti alla sua missione sacerdotale e spiccatamente caritatevole; gli sono succeduti mons. Giuseppe Bertini, parroco moderatore, e mons. Eros Mancinelli, parroco in solido; altri sacerdoti e diaconi collaborano volenterosamente con loro. La pastorale di questi degni ministri di Dio si è caratterizzata per feconde iniziative di restauro e abbellimento di questa chiesa cattedrale, inoltre per l’organizzazione di un vivace oratorio, infine per una spiccata cura delle varie funzioni liturgiche.
Sono state raccolte le testimonianza anche su un laico appartenente a questa parrocchia: Rolando Buono (1925-1983); egli si convertì in età avanzata, ma ebbe tempo di testimoniare la fede cristiana con una serenità ed una efficacia del tutto straordinarie.
Va notato che nei confini di questa parrocchia della cattedrale è situato un santuario molto caro alla comunità cristiana, dedicato alla Madonna del Pianto; questo santuario era in realtà, prima della seconda guerra mondiale, una chiesa dedicata a S. Agostino, ma il bombardamento aereo del 22 novembre 1943 distrusse l’antico santuario dedicato alla Madonna e allora si decise di passare il titolo di santuario della Madonna del Pianto a questa chiesa, del resto vicinissima, di S. Agostino.
© Gazzetta di Foligno – DANTE CESARINI
La realtà attuale
Segnaliamo alcune risposte date, nelle sezioni pastorali del questionario della Prima Visita Pastorale di Sua Ecc. Mons. Gualtiero Sigismondi, da mons. Giuseppe Bertini, Parroco moderatore della Cattedrale di San Feliciano-Santissimo Salvatore, dove operano anche mons. Decio Mattinati, Parroco emerito, mons. Eros Mancinelli, Parroco in solido e Penitenziere, don Ihor Boyarskyy, Vicario parrocchiale, il canonico Luciano Gregori, Penitenziere ed Esorcista, mons. Ugo Carduccini, Confessore, il Diacono candidato al presbiterato Cristiano Antonietti e i Diaconi permanenti Carlo Alberto Raponi e Paolo Driussi.
In merito alla pre-evangelizzazione, egli dichiara: “Molti, anche di fede diversa, hanno chiesto aiuti di vario genere, soprattutto materiale (lavoro, casa, assistenza) e anche consigli per le pratiche burocratiche. Con alcuni si è instaurato un rapporto di stima e di amicizia, che è culminato con la richiesta deli Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana”.
Riguardo alla “nuova evangelizzazione”, poi, afferma: “In Parrocchia sono presenti movimenti […], che sistematicamente attuano forme di nuova evangelizzazione; inoltre sono stati intensificati incontri per adulti, genitori, giovani famiglie”.
A proposito della catechesi ai giovani oltre i diciotto anni, dice: “Ogni venerdì sera, guidati da un’équipe di quattro educatori, i giovani vengono coinvolti in discussioni su argomenti scelti da loro, con l’intento di renderli capaci di scelte di vita personali, alla luce della fede”.
Una nota sul Sinodo Diocesano dei Giovani, celebrato durante l’episcopato di monsignor Arduino Bertoldo; mons. Bertini sottolinea che quella esperienza fu vissuta dai giovani “Con una partecipazione attiva ed entusiasta, soprattutto nei momenti assembleari e nella precedente preparazione in parrocchia”.
Sull’attività dell’Oratorio, egli precisa: “Cura le relazioni umane e promuove la socializzazione tra ragazzi, tra cui sono numerosi gli extracomunitari. Propone itinerari formativi alla pace, solidarietà, condivisione, intercultura. È palestra di dialogo religioso e formazione cristiana […]”.
Nella seconda parte della sezione pastorale del questionario, il Parroco fa presente che “La liturgia vede un’attiva e consapevole partecipazione dei fedeli in tutte le celebrazioni, anche feriali. Ogni celebrazione ha lettori, animatori del canto, ministranti, e si tiene con decoro e secondo le norme”; aggiunge che, “Prima il diacono Alberto Raponi, poi Cristiano Antonietti, prima ancora di essere seminarista, hanno curato numerosi gruppi per l’animazione liturgica; hanno formato giovani e adulti al servizio liturgico” e che per l’animazione musicale operano Antonio Barbi, Luca e Virgilio Agneletti.
Più avanti informa: “In Diocesi il Catecumenato è iniziato nel 2002; diciassette adulti hanno ricevuto i Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana. È un’esperienza forte, impegnativa perché i tre anni di catecumenato sono per i candidati, per l’èquipe e per la comunità cristiana un’occasione straordinaria per crescere nella fede e nella grazia del dono della vita divina”.
Nelle pagine che portano il titolo: Come siamo Chiesa?, mons. Bertini rende noto che “In Parrocchia sono presenti: Azione Cattolica, Neocatecumenato, Rinnovamento nello Spirito, Corsi di Cristianità, Agesci […]”, e che “Ci sono le seguenti confraternite: San Leonardo e Madonna del Pianto, Santissimo Sacramento […], della Misericordia, del Suffragio, di San Giuseppe, della Morte”.
Sul presbiterio diocesano, fra l’altro, egli scrive che “Attualmente è […] profondamente unito […]. Anche la realizzazione della ‘Casa del clero’, la disponibilità di appartamenti presso la Cattedrale per sacerdoti anziani e non, hanno contribuito alla serenità, maturando, nel dialogo, un clima di condivisione”, e che “La collaborazione tra presbiteri diocesani e religiosi è ottima, non solo a livello liturgico (Confessioni ed Eucaristia), ma anche nella programmazione pastorale di alcuni momenti condivisi”.
Più avanti, circa i mezzi di comunicazione dichiara: “Nonostante le dimensioni della Diocesi, abbiamo strumenti consolidati per la comunicazione, ben diretti e strutturati. Si deve evitare che l’aspetto commerciale e il vincolo economico limitino l’azione e la libertà di espressione, non facendo riconoscere questi ‘luoghi’ come di tutti e/o aperti a tutti. Altro aspetto – osserva – è diversificare il linguaggio, perché sia aperto a tutti e quindi non si corra il rischio dell’autoreferenzialità di questi strumenti”.
Nelle risposte alle domande dell’ultima parte del questionario, mons. Bertini afferma che “Esiste la Caritas parrocchiale, che è seguita con particolare diligenza dal diacono Carlo Alberto Raponi e da alcuni fedeli della parrocchia. Attualmente […] segue e sostiene novanta nuclei famigliari, per un totale di circa trecento persone di varie etnie […]”, e fa notare che “Gli immigrati vengono accolti bene, ascoltati senza pregiudizi” e che già da dieci anni, per i gruppi più numerosi, vengono promossi incontri di preghiera e momenti di socializzazione.
Poi aggiunge: “Si partecipa attivamente alle varie iniziative della Caritas Diocesana, alle raccolte per le grandi calamità, alle iniziative proposte da singoli […]; ci sono anche molte adozioni a distanza”.
Al termine di questa nota, riferiamo due considerazioni del Parroco relative alla valorizzazione della pietà mariana e alla festa di San Feliciano.
Nella prima scrive: “Di notevole aiuto è la presenza del Santuario della Madonna del Pianto, ma anche il culto dell’Immacolata in Cattedrale e la devozione all’Addolorata in S. Giacomo. Alla luce della teologia del Vaticano II, il riferimento alla Parola e alla Chiesa ha premesso un grande recupero della pietà mariana”; nella seconda si legge che la festa del Patrono “[…] assume il significato identitario per tutti gli abitanti della città e del territorio”.
© Gazzetta di Foligno – SERGIO ANDREOLI