Settimana Politica 2011 – 10
Le scelte di costruire in prossimità del parco fluviale ,le prospettive di ulteriore cementificazione della città, la situazione dell’acquedotto, la riduzione delle spese di rappresentanza della regione e la chiusura del centro storico nella Settimana Politica” di Giancarlo Antonelli
Scelte urbanistiche scellerate
Nel terreno dell’antica fornace Briziarelli, in Via Hoffmann, tre palazzoni condominiali sono stati edificati a due passi dal parco fluviale omonimo. Si sta costruendo vicino a un corso d’acqua, benché la zona sia considerata ad alta probabilità di esondazione. Questi sono “edifici scuri, sinistri, che a guardarli somigliano a bare posate sull’argine del Topino opposto al quartiere di Sportella Marini, sono l’ennesimo frutto spropositato della speculazione”. Il Comune, al quale è deputata l’approvazione delle licenze edilizie, farebbe meglio a privilegiare scelte urbanistiche che rispettassero, intanto, i rischi idraulici, e poi si armonizzassero con il paesaggio campestre e le abitazioni già esistenti.
Il “dio mattone”più di una tentazione
Gli assessori Stella e Flagiello, in una conferenza al Lions, hanno disegnato la Foligno di domani: costruzioni in centro (ristrutturazione del vecchio ospedale) e in quattro aree appena fuori città. Ovvero ex-zuccherificio, ex-centro fiera, ex-foro boario, ex-sansificio e consorzio agrario: da Città degli ex a Città del mattone come protagonista. Con la “smania edilizia” del dopo-terremoto, a Foligno (ma anche in Umbria) si è costruito e si costruisce ancora dappertutto. Già oggi e ancor più domani dovremo convivere con decine di appartamenti vuoti e case abbandonate, segno che alcune scelte urbanistiche sono state scellerate. Dice tutto un dato: ogni umbro ha a disposizione circa 330 metri quadrati, quasi come i veneti e più dei lombardi e dei marchigiani (dal dossier di Legambiente, luglio 2010).
Via Damiano Chiesa ovvero la toppa che non conviene più
Quando ci si alza è norma e buona abitudine di lavarsi, almeno il viso, con l’acqua. In Via Damiano Chiesa, ormai da troppo tempo ciò non è possibile, perché la conduttura dell’acquedotto comunale, costruita nel dopoguerra, fa cilecca. In un tratto di tre-quattrocento metri si contano ben 45 rotture, riparate, sì, con solerzia dalla ditta appaltatrice del servizio, ma ormai quasi quotidiane nelle ultime due settimane. Costa di più la riparazione o rifare la tubazione? A detta degli amministratori, interpellati pubblicamente anni fa dall’allora seconda circoscrizione comunale, sarebbe convenuto di più riparare di volta in volta con delle toppe. Eppure, tra le priorità di VUS, ci sarebbe il rifacimento dell’acquedotto, per ridurne sprechi e dispersione. Le toppe di Via Damiano Chiesa sono oggi un vero e proprio record. L’ultima rottura, sabato 5 sera, ha rotto la pazienza dei residenti, che hanno promosso una petizione per denunciare il disservizio.
Meglio tardi che mai
Nel bilancio 2011 la presidente della Regione Marini ha tagliato spese di rappresentanza, auto blu, gettoni di presenza. L’avvento del federalismo sollecita maggiore responsabilità degli amministratori, perché i trasferimenti statali saranno ridotti, delegando agli enti periferici maggiori poteri impositivi e compartecipazioni su imposte, come IVA, IRPEF, e nuove, come la cedolare secca sugli affitti. Questa inversione di rotta della Giunta umbra sulle spese generali di amministrazione dovrebbe estendersi a Province, Comuni, società varie di servizi. È la dieta minima e indispensabile per poter proporre ai cittadini nuove tasse, come quella detta di scopo, da istituire per finanziarie progetti e investimenti pubblici. L’Umbria, nemmeno un milione di abitanti, sopporta una struttura amministrativa regionale complessa e sproporzionata, con un centinaio tra dirigenti e direttori generali, ai quali vanno stipendi molto al di sopra della media.
La chiusura del centro divide
Se Sinistra e libertà e Rifondazione comunista sono per la chiusura immediata del centro storico alle auto, il Partito democratico non è d’accordo. Anzi l’assessore Salvatore Stella, considerato che i lavori per il “restauro” del sottosuolo con annessa pavimentazione saranno ancora lunghi, apre alla possibilità di far transitare, con cautela, le automobili in Piazza della Repubblica. Il capo dell’opposizione Daniele Mantucci è dello stesso parere. Allora, viste le diverse opinioni dei politici, perché non far decidere la cosa ai cittadini, compresi quindi i commercianti, che così potranno pronunciarsi su polveri sottili, sosta diffusa a pagamento e file snervanti?
© Gazzetta di Foligno – GIANCARLO ANTONELLI