“Idee e metodi per il bene comune”
“L’insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono tanto ai gruppi quanto ai singoli membri di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più speditamente, oggi diventa universale, investendo diritti e doveri che riguardano l’intero genere umano” (Gaudium et spes 26).
La definizione di bene comune data dai documenti conciliari, poi sviluppata dal Compendio della dottrina sociale della Chiesa, il “volere il bene altrui come se fosse il proprio” è alla base dell’opera “Idee e metodi per il bene comune“, a cura di Pierluigi Grasselli, ordinario di Politica Economica nella facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Perugia.
Il volume è stato presentato a Foligno presso la sala convegni di Nemetria, associazione che ancora una volta mostra la sua attenzione all’etica che sposa l’economia, nell’approfondire il concetto di Bene comune. Presenti, oltre all’autore, il Dott. Daniele Morici, il Prof. Giancarlo Pellegrini e la Dott.ssa Francesca Bertini, che hanno illustrato i principi e la riflessione da cui è nata l’opera, alimentando il dibattito sul tema.
La crisi economica e finanziaria mondiale che affligge il nostro pianeta e la difficoltà di individuare soluzioni a lungo termine hanno spinto analisti, operatori, economisti ad agire secondo una strategia cooperativa, al fine di attuare progetti per la ricerca del bene comune (tema della 45ma Settimana Sociale dei cattolici – Pisa, ottobre 2007).
Nel 2008 le Facoltà di Economia e di Scienze della Formazione dell’Università di Perugia hanno organizzato un ciclo di incontri di studio , insieme al Centro Culturale Leone XIII della Diocesi di Perugia, sul tema Bene Comune, attualità, difficoltà e prospettive, la cui sintesi costituisce il corpo del libro presentato.
Il prof. Grasselli afferma che nella realtà attuale, in cui il relativismo e l’individualismo la fanno da padroni, la visione del bene comune, del Vivere Bene Insieme rappresenta forse la sola risposta atta a risolvere i problemi.
Alla base del bene comune sussiste un’inversione di pensiero: se nel bene pubblico la responsabilità non si fa risalire al singolo individuo, nel bene comune, che contiene quello pubblico ma va oltre, il singolo individuo incide su di esso e la sua responsabilità diventa centrale.
Infatti il bene comune è un bene relazionale, perciò tutti concorrono a realizzarlo e tutti ne possono godere una volta realizzato. La svolta è agire realmente e concretamente a tal fine.
Vista la crisi, visti i dati (disoccupazione crescente, alta cassa integrazione…), la soluzione razionale muove verso il bene comune, però lo vogliamo veramente? “Ci vogliamo lavorare”? Se la nostra risposta è affermativa, dobbiamo cambiare mentalità, passando da una razionalità strumentale (mezzi-fini) ad una razionalità vincolata al rispetto della persona umana, alla sua dignità, per tutti gli uomini, nessuno escluso.
Al fine di superare la crisi, il bene comune diviene arma fondamentale, anche se difficile. Il lavoro culturale sarà di educare al bene comune. Il discorso si ricollega, quindi, alla tematica della sfida educativa, che è alla base dell’impegno pastorale della Chiesa nel prossimo decennio.
© Gazzetta di Foligno – LORENZO SPINOSI