La qualità dell’aria di molte città italiane è davvero ai limiti della decenza. Le amministrazioni che hanno il buonsenso di misurarla ottengono dati che tradiscono un reale pericolo per la salute dell’intera comunità. L’Italia da Milano a Napoli, a Palermo registra un’aria etichettata come irrespirabile. I sindaci e gli amministratori interessati al traffico e alla salute cercano di dare una risposta al problema. Chiudere tratti di centro storico o deliberare la circolazione delle targhe alterne sono diventate prassi e necessità. Queste in Umbria sono già attuate a Terni e Perugia e deliberate nella nostra comunità. Le targhe alterne sono un’iniziativa vecchia che risale a metà del secolo scorso e immancabilmente provoca reazioni e discussioni. I motivi sono i soliti: lo scetticismo causato dagli scarsi risultati e la contrapposizione fra le categorie del commercio e gli ecologisti. La nostra città non sfugge a questa logica e le polemiche hanno assunto un’eco di notevole livello. Un problema così vasto e significativamente profondo si presta a due considerazioni. La prima è che la qualità dell’aria è davvero scadente in tutta Italia, il che dovrebbe mettere fine alle diatribe tra amministrazioni di destra e di sinistra, illuminate o oscurantiste, conservatrici o progressiste. La seconda ce la offre il dibattito nazionale sulla ripresa del PIL, e sull’importanza dell’allargamento delle basi industriali come fonte primaria del benessere economico. L’industria automobilistica è da sempre considerata l’attore trainante i mercati. Non si può, però, sostenerne l’espansione totale senza ammodernamento tecnologico specialmente nei motori e nei loro propulsori in osservanza alle logiche delle lobby e poi piangere per la qualità dell’aria. Lo stesso vale per l’inquinamento derivante dal riscaldamento in cui le combustioni d’inverno affogano la nostra città. Occorrerebbe incrementare un piano razionale contro la dispersione del calore, oltre a quello per l’utilizzo di fonti energetiche alternative.
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Per onestà intellettuale è giusto evidenziare che l’inquinamento atmosferico dipende da numerose variabili, tuttavia non si può evitare di sottolineare l’approssimazione con cui è stato gestito questo problema. Era dicembre del 2009 quando ci fu la prima avvisaglia di inquinamento a Foligno!!! Oltre un anno e mezzo fa i livelli delle polveri sottili erano sopra la soglia e ci furono le prime difficoltà con il traffico, ma con l’arrivo dell’anno nuovo si tornò alla normalità, pertanto, come accade quasi sempre nella nostra città, non si sono presi provvedimenti, né si è pensato a qualche intervento per risolvere la questione nel futuro. Stavolta la soluzione “dell’attesa senza intervenire” (in questo l’amministrazione è specializzata…) sperando che passi l’anno, appare ardua, in quanto i problemi sono iniziati già da qualche giorno e pensare solo di arrivare alla fine dell’anno è impossibile!!! Così l’amministrazione è costretta a correre ai ripari e lo fa nel modo con cui finora si è contraddistinta, cioè improvvisando qualche fantasiosa soluzione, fatta in maniera approssimativa, senza una minima programmazione. Il risultato è una gran confusione per tutti i cittadini, che non sono stati adeguatamente informati, non sanno dove possono circolare e con che tipo di mezzi, senza una minima segnaletica che faccia comprendere il comportamento da tenere. Oggi si tenta di risolvere il problema con delle disposizioni di limitazione al traffico e al riscaldamento generiche e inefficaci. Tra un po’, per sopperire alla mancanza di una programmazione, ogni cittadino sarà costretto, appena sveglio, a collegarsi ad internet per controllare l’inquinamento atmosferico e quindi decidere in che modo andare al lavoro, sperando che nel frattempo in quella zona non siano iniziate le pavimentazioni. La sera però avrà una “sorpresa”: La Giostra della Quintana o i Primi d’ Italia allieteranno la sua serata…
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