Mismetti? Brava persona ma…
Intervista a Daniele Mantucci, leader di “Cambiare Foligno”
Professore, a Foligno e più in generale in Umbria, salvo rare eccezioni, la fase di rinnovamento seguita a Tangentopoli e alla riforma elettorale che portò all’elezione diretta del sindaco non ha comportato un mutamento del colore politico delle amministrazioni. Secondo lei perché? Capacità di governo della sinistra? Incapacità dell’opposizione?
Io credo che abbia giocato un ruolo essenziale il forte apparato della sinistra, che ha impedito innanzi tutto un rinnovamento al suo stesso interno. L’attuale classe dirigente della sinistra è la medesima degli anni precedenti il ’93-’94. Gli unici avvicendamenti sono stati determinati da necessità anagrafiche.
La mancanza di un’effettiva alternanza in Umbria è un fatto generalizzato. Laddove essa è avvenuta, è stato in concomitanza di vicende eccezionali: a Terni ci fu una sorta di tangentopoli, che mise in crisi l’apparato della sinistra. Io credo che le vicende giudiziarie facciano parte del gioco sociale, ma quando determinano un cambiamento di questo tipo, sicuramente deve essere considerato un fatto eccezionale… Dobbiamo dire che in Umbria il centro-destra non è mai stato capace di realizzare l’alternanza attraverso l’ordinario gioco politico… Per sua incapacità? Indubbiamente, ma occorre riconoscere che l’apparato della sinistra è molto forte, lo abbiamo visto anche nelle inchieste degli ultimi mesi…
Ha fatto riferimento a cambiamenti determinati da vicende giudiziarie. Non le sembra che in questa fase politica vi sia un rapporto non sano tra consenso e diritto?
Le maggioranze diventano tali con il consenso. Poi determinano anche le regole. Fa parte del gioco democratico. Ma a quelle regole sono vincolate le stesse maggioranze. A volte è la giunta a non rispettare i regolamenti che essa stessa si è data…
La situazione giudiziaria del Presidente del Consiglio non le crea imbarazzo nel fare opposizione ad un sindaco, a sua volta coinvolto in un’inchiesta?
Non ho particolari imbarazzi. Sono sempre per la presunzione di innocenza. Non spetta a me fare valutazioni di tipo giudiziario e dal punto di vista politico io posso fare solo valutazioni locali, che riguardano la presenza di un sistema che falsa le regole del gioco e che deve essere modificato. Non faccio valutazioni di carattere morale su quelli che sembrano i protagonisti di queste vicende…
Perché dice “sembrano”?
Per ora ci sono alcuni indagati, potrebbero esserci altre persone coinvolte, quelle emerse potrebbero non avere responsabilità… Come ho detto in campagna elettorale, e non ho motivi nemmeno oggi per affermare il contrario, Mismetti è una brava persona, ma fa parte di un sistema che non condivido e che combatto perché produce inefficienza, limita la libertà delle persone… Spesso chi fa parte di questo sistema appare come protagonista, ma è in realtà vittima del sistema stesso.
La soluzione non è nel cambiamento di atteggiamento dei singoli, certo sempre auspicabile, ma nella realizzazione dell’alternanza. Un sistema di potere che si protragga per decine e decine di anni senza che vi sia alcuna realistica possibilità di cambiamento, produce corruzione, clientele, inefficienze, meccanismi lesivi per l’economia e la dignità delle persone.
Perché vi sia la concreta possibilità dell’alternanza deve esserci una matura coscienza democratica. Il disinteresse delle persone per la politica è in parte giustificato dal comportamento dei politici… ma è comunque sbagliato! E poi occorre che la gente sia libera, e in Umbria non lo è stata. Perché se, a torto o a ragione, sono convinto che il tal politico troverà il posto al figlio da sistemare, io non voto liberamente!
Il Sindaco, nella conferenza stampa di inizio anno, ha in qualche modo teso una mano alla ricerca di una collaborazione per affrontare i problemi della città. Come risponde?
Il mio modo di collaborare è criticare il sindaco quando sbaglia. Questo è il ruolo dell’opposizione. Comunque la critica è generalmente accompagnata da proposte, che peraltro generalmente non vengono nemmeno prese in considerazione. Salvo ripescarle dimenticandone la titolarità (vedi fiera al centro storico).
La maggioranza ha dimostrato nelle ultime settimane un certo sfilacciamento su alcuni provvedimenti, ad esempio gli interventi sul piano regolatore…
La maggioranza è allo sbando. Questo si vede anche nella questione delle nomine, comprese quelle relative alla Quintana, che non vengono fatte per mancanza di accordo interno.
Ma anche l’opposizione non è certo stata unita nel momento in cui il Consiglio Comunale ha affrontato la questione delle vicende giudiziarie del sindaco…
Io coordino Cambiare Foligno e PDL, questa è l’opposizione che rappresento e che è stata finora di una compattezza granitica. Non abbiamo affinità politica con l’altra opposizione…
Altra opposizione che nel momento di maggiore difficoltà della giunta sembra aver teso una mano al Sindaco, magari sperando in una contropartita alle prossime elezioni, (che potrebbero non essere lontanissime, se le vicende giudiziarie avessero sviluppi di un certo tipo).
È quello che ho visto anch’io! Solo che il rinnovamento non si fa aggiungendo altre persone al gruppo esistente. Io non credo che né Impegno Civile né UDC siano in grado di condizionare la sinistra e di cambiare il quadro politico sostenendo l’attuale maggioranza.
Quali ritiene siano le priorità della città oggi?
Innanzi tutto lo sviluppo economico. E per favorirlo occorre per prima cosa rendere efficiente l’amministrazione. Non è possibile, ad esempio, che ci siano ancora ritardi nelle pavimentazioni per ragioni organizzative (visto che i fondi ci sono), o che servano mesi per capire chi è il responsabile di una certa pratica urbanistica. L’amministrazione deve essere quantomeno efficiente!
Poi bisogna realizzare grandi progetti… Non si possono continuare a spiegare gli insuccessi con i tagli, che pure ci sono, ma tutti sanno che sono necessari e che sono per tutti.
E quali sono i grandi progetti che potrebbero rappresentare una svolta per la città?
Ad esempio, riprendendo un’idea sviluppata tempo fa, due facoltà universitarie, con specializzazioni che non ci sono nel panorama italiano: architettura orientata all’edilizia ed al patrimonio artistico religioso, e giurisprudenza di taglio europeo.
Sono facoltà che otterrebbero l’approvazione governativa perché non produrrebbero inoccupati. Si potrebbero utilizzare i palazzi storici del centro come sede e sarebbe di grande impulso alla città.
Un giudizio sullo sviluppo urbano della città.
Disordinato. Irrazionale. Fortemente condizionato dalle forze economiche, da quelle stesse forze che la sinistra, per qualche anno, ha fatto finta di contrastare.
Un’altra grande responsabilità della sinistra di questi ultimi quarant’anni. Piani regolatori fatti dai costruttori anziché dagli assessori, operazioni (come quella della costruzione di Sportella Marini) che hanno svuotato le casse del comune, oltre alle case del centro storico. La politica urbanistica è stata carente, perché ha prodotto una città sfilacciata, senza capo né coda, ed ha impoverito fortemente il centro storico.
Il tema dello sviluppo urbanistico è legato anche a quello della mobilità sostenibile.
In questo campo sono mancate le grandi opere che sarebbero servite: soprattutto parcheggi sotterranei in centro, che avrebbero consentito anche la conservazione dei servizi, che invece sono stati delocalizzati in varie aree periferiche.
La questione TMC ha posto all’attenzione della città il tema dello sport e degli impianti sportivi…
C’è una situazione allarmante dal punto di vista finanziario e amministrativo. C’è scontentezza totale da parte di chi pratica sport. La cosa positiva sono le associazioni sportive, un tessuto che deve essere incentivato e supportato in base al principio di sussidiarietà. Tutto quello che si sta facendo a livello sportivo lo stanno facendo le associazioni private…
E la gestione degli impianti?
Io non sono contrario, di principio, ad una gestione “in economia” da parte dell’amministrazione comunale, col giusto coinvolgimento delle associazioni dilettantistiche…
Questo ci porta al tema delle società partecipate del Comune.
Rispetto alle partecipate ho un’idea molto precisa. Sono finte privatizzazioni. È l’impostazione generale ad essere ambigua, non solo nel nostro comune. La forma è quella della società privata, ma la proprietà è pubblica. Se la società è privata, il capitale deve essere privato e deve essere gestita da privati. Il pubblico interviene laddove è necessario prestare servizi che il mercato non offrirebbe. Spesso queste società vengono create solo per eludere le norme che regolano la spesa pubblica. Assorbono risorse pubbliche, senza le garanzie e i controlli che deve avere la spesa pubblica e con sistemi di assunzione svincolati dai criteri che ci sono nel pubblico. Anche questo è un modo per esercitare un controllo sul consenso. Ma la gente deve capire che il lavoro non si trova con le raccomandazioni. Le raccomandazioni diminuiscono il lavoro, perché intaccano l’efficienza economica dell’intero sistema.
© Gazzetta di Foligno – VILLELMO BARTOLINI