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Persecuzione occidentale

Che il sangue dei cristiani testimoni la verità, vivendo nella fede ed operando nella carità, non è per me motivo di stupore. So infatti che il sangue sul volto del Cristo nella chiesa dei Santi ad Alessandria è tutt’altro che il segno della sconfitta del piccolo gregge: è il sigillo più certo e sicuro della vittoria di una Chiesa che dal sangue dei martiri è fortificata e resa perenne. Non temo, lo dico francamente, i venti di quella che molti politologi e politicanti definiscono una islamizzazione occidentale; piuttosto temo per loro, per i fedeli dell’islam. Tempo una generazione la loro migliore gioventù sarà letteralmente conquistata dall’andazzo libertino e godereccio di quell’occidente pornocrate che vedono ora terra di conquista.
Non ho mai avuto paura di alcuna religione (o di sue avventurose parafrasi) che avesse come fine il sottomettersi a una divinità, o che prevedesse una qualsiasi guerra santa – ossimoro fra i più beceri ed infelici nella storia di ogni linguaggio – contro chicchessia. Il cristiano sa di essere stato riscattato dal Sangue del Cristo e sa di poter chiamare Padre Dio perché il Cristo ha svelato quel Nome; e sa che questo Dio non chiede la vita, ma la offre. Ai liberi pensatori che controbatteranno ricorrendo alle crociate non rispondo, poiché ha già fatto tutto, a suo tempo, Giovanni Paolo II. Quello che mi offende davvero, come persona, è la sistematica sottovalutazione della persecuzione ai danni dei cristiani: ed è una sottovalutazione di matrice occidentale. Le rabbercianti dichiarazioni di navigate lenze politiche egiziane, che per apparire (ipocritamente) moderate non hanno di meglio che invitare alla calma mettendo vittime e carnefici sullo stesso piano, non mi meravigliano; né mi stupiscono i si però degli imam che lamentano poca considerazione, da parte del Vaticano, per i musulmani uccisi in Iraq (come se le parole del Pontefice contro la guerra avventura senza ritorno fossero state dette al vento, chissà). Le spallucce dell’occidente, invece, mi offendono e mi fanno arrabbiare; un occidente sovente sensibilissimo ai destini di tanti credi religiosi, pronto a farsi carico di tante “battaglie umanitarie” (altro sudicio ossimoro spesso immondo palcoscenico per tentativi di visibilità elettorale), lestissimo a reclamare e riconoscersi diritti vari, questo occidente che non discrimina le pulci dei cani alza le mani nei decorosi che posso farci di fronte ai cristiani che in Egitto, per esempio, non possono accedere alle cariche pubbliche più avanzate, né insegnare arabo nelle scuole pubbliche, o che altrove devono lasciare le proprie terre verso un mondo che non vigilerà mai su di loro, perché economicamente ininfluenti. Veri extracomunitari planetari. E se cadono i cristiani, le mani alzate dell’occidente calano sugli occhi, oibò, tanto è scritto che i cristiani cadano, dall’Egitto all’Indonesia, dall’Iraq alla Turchia, a qualsiasi altro punto nevralgico dell’atlante. Sono assolutamente certo che l’offesa fondamentalista alle minoranze cristiane accelererà l’isolamento delle realtà terroristiche all’interno dello stesso mondo islamico. Di sicuro in tempi molto più rapidi di quelli con i quali un’autentica sensibilizzazione ed un pensiero finalmente umano potranno cancellare l’ipocrisia, l’impostura, la doppiezza e la venalità dell’occidente assente.

© Gazzetta di Foligno – GUGLIELMO TINI

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