La scomparsa di Domenico Tonti
In Umbria ha introdotto la meccanica di precisione, ma detestava il cellulare
A chi passasse per via Cagliari in tarda sera la scena non era inusuale. La palazzina della Oma Tonti che ne ospita gli uffici e la direzione sembra deserta, gli impiegati hanno concluso il loro turno, eppure qua e là qualche stanza è rimasta illuminata. Ad un certo punto le luci cominciano a spegnersi e dall’edificio esce un anziano signore.
È l’ing. Domenico Tonti che torna a casa dopo aver fatto un ultimo giro nella creatura in cui ha speso la vita. La sua figura è inconfondibile, eppure non sono in molti a conoscerlo. Pur essendo una delle persone che più hanno segnato la vita della città nella seconda metà del Novecento, era difficilissimo vederlo nei momenti pubblici o agli appuntamenti tipici della borghesia folignate. L’unico appuntamento mondano a cui non mancava mai era la festa della Befana organizzata per i bambini dei dipendenti della Oma. Era un uomo d’altri tempi, si direbbe, ma la qualità che tutti gli riconoscono è proprio quella aver saputo anticipare i tempi. “Guardava sempre al futuro e vedeva le cose prima degli altri” è la frase più comune tra le persone che lo hanno conosciuto.
È stato tra gli artefici della nascita della meccanica di precisione in Umbria, ma non ha mai voluto possedere un telefono cellulare. Eppure la tecnologia era una sua passione ed aveva saputo trasformarla in fattore di vantaggio competitivo per la sua azienda. La Oma è stata la prima azienda del territorio a possedere una macchina a controllo numerico.
Subito dietro i cancelli della Oma, campeggia la figura di un caccia intercettore F-104. La partecipazione alla costruzione di questo velivolo è stata la prima scommessa vinta dall’Ingegnere, subito dopo aver preso in mano l’azienda alla metà degli anni ’60. Ha rappresentato il salto di qualità, che ha portato la Oma da qualche decina di dipendenti a qualche centinaio e soprattutto le ha permesso di attestarsi su standard altissimi di qualità.
Il “reparto F-104” è stato la fucina di una generazione di tecnici ed operai folignati, alcuni dei quali sono ancora protagonisti di storie imprenditoriali di successo.
Sono poi seguiti altri lavori di prestigio, uno tra tutti il Tornado, fino ad arrivare ad un’altra svolta importante per l’azienda: l’ingresso nelle commesse per l’ATR-42. L’aumento dei volumi di lavoro che ne sono derivati hanno permesso un’ulteriore crescita della sede folignate e la nascita dello stabilimento Oma Sud a Capua.
Successi e momenti crisi hanno sempre trovato un Domenico Tonti fermamente convinto delle qualità della sua azienda, sempre attento alla perfezione del lavoro e a tenere tutti gli aspetti sotto controllo. Numerosissimi sono gli aneddoti legati alle sue improvvise incursioni nei vari reparti dell’azienda; a volte chiedeva spiegazioni, altre dava consigli, altre ancora dava ordini che scompigliavano le decisioni dei vari responsabili. Quasi sempre aveva ragione.
Con la sua scomparsa la città perde uno dei suoi protagonisti. Non lasciamoci sfuggire l’occasione di ricordarne la figura e guardarne gli insegnamenti.
© Gazzetta di Foligno MAURO PESCETELLI con la collaborazione di LUIGI CASINI