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Visita Pastorale Sant’Eraclio

“Insieme abbiamo raccolto le primizie dello Spirito Santo”
Non è facile raccontare così a caldo la Visita Pastorale, perché le emozioni, la quantità e la qualità dei messaggi e dei segni che si sono rincorsi per quindici giorni, non hanno avuto ancora la possibilità di sedimentare in ognuno di noi. Per poter comprendere che cosa è avvenuto, forse la metafora più calzante potrebbe essere proprio quella di un’onda di piena. Non come quelle alluvioni catastrofiche, troppo veloci ed irruente, che creano danni e soffe- renza, ma come quelle del Nilo. Queste regolavano il ciclo della vita degli antichi egizi ed erano considerate dono degli dei. Esse erano attese, graduali, abbondanti e soprattutto vitali per l’esistenza dell’intera civiltà egizia. Così è stata la Visita Pastorale nelle parrocchie Sant’Eraclio e Cancellara, e nelle chiese della collina, Colle Scandolaro, Santo Stefano dei Piccioni, Scandolaro, Roviglieto, Cupoli e Cancelli.
L’onda è arrivata nel nostro territorio attraverso la vecchia via Flaminia, dalla località Mormonzone, luogo del martirio di San Feliciano, e lentamente, a piedi, lungo la strada percorsa dal martire Sant’Eraclio, verso la chiesa parrocchiale. L’onda si è poi estesa lungo il versante collinare, invadendo tutti i paesi fino alla vetta di Cancelli, e quindi, da lì di nuovo è scesa per tornare verso il fiume principale della Diocesi. Come le alluvioni del Nilo, l’abbondante humus portato dal Pastore ha rinforzato le attività presenti, ha fecondato i terreni ancora non coltivati, in modo che vi possa attecchire, poi, la nuova semina. Quell’humus trasportato ha trovato alcune inevitabili crepe nel terreno, ma le ha colmate. Quando l’onda è rientrata verso il bacino di alimentazione, come sempre capita, si è portata dietro qualcosa del terreno che ha bagnato, legname che servirà per costruire cose nuove, frutti e semi maturi per seminare altri terreni.
Con queste parole abbiamo accolto il Vescovo il giorno del suo arrivo: “Ci mostreremo con l’abito di tutti i giorni, con la bellezza e con le rughe del nostro vero essere uomini e Chiesa. Non siamo senza macchia né ruga, ma senza timore e con franchezza le chiediamo, eccellenza, di confermarci nella fede, esortarci a restare saldi nel Signore nell’amore della nostra Chiesa.” Così è stato.
Il cammino attraverso cui il nostro Vescovo si è lasciato guidare, è stato quello della vita parrocchiale di tutti i giorni, del contatto con tutte le realtà presenti nelle parrocchie, ma anche con le realtà sociali, culturali ed economiche che operano nel territorio. Percorso totale, intenso, che ha coinvolto in maniera diretta o indiretta gran parte delle persone della comunità, in particolare gli operatori pastorali, che, senza alcuna auto- referenzialità, hanno mostrato il cammino fatto negli anni sotto la guida dei sacerdoti. In poco tempo tutti si sono trovati a proprio agio. Molti si sono sentiti chiamare per nome dal Pastore, come Zaccheo, e sono scesi dagli ulivi, per accoglierlo. L’intero territorio ha vissuto il clima dell’unità per ac- cogliere lo Spirito Santo portato dal Vescovo, per porsi ad un servizio autentico alla Chiesa. Toccante e gioioso l’appuntamento con le persone che frequentano il centro Caritas parrocchiale. Molte famiglie, di varie etnie e religioni, hanno partecipato portando qualcosa da consumare insieme in
variegata fraternità. Quale segno più evidente di dignità per una persona che ha poco, di poter invitare alla propria mensa un amico? Continuo è stato l’incontro con la Parola di Dio, unica arma che il Vescovo Si- gismondi aveva portato con sé. In più occasioni e con vari gruppi, la conoscenza ed il confronto sono passati attraverso la Parola. Ad essa si è attinto abbondantemente per comprendere i “disegni di Dio” sulla nostra Chiesa e per interpretare i sogni e le visioni pastorali che lo Spirito Santo suscita in essa. Coinvolgenti e vivi gli incontri nell’oratorio, con i giovani e i ragazzi.
Con essi il Vescovo ha mangiato, aspettando il loro arrivo dalla scuola, ha parlato a lungo in varie occasioni e contesti. Come sempre, inizialmente provocanti e critici verso le istituzioni, hanno imparato a conoscere un uomo saldo nella fede, un testimone di una Chiesa unita; il loro Vescovo. Una grande occasione per sentirsi parte importante della Chiesa e non più osservatori esterni. Profondo è stato il contatto con i malati e le persone sole della Comunità. Questi incontri riservano sempre una sorpresa. Queste persone, costrette all’immobilità ed all’isolamento, riescono a guardare il mondo attraverso i vetri delle loro finestre e vedere con chiarezza il bene e il male. Chiara e decisa la linea che il Vescovo ha proposto al consiglio pastorale e ai consigli per gli affari economici delle parrocchie: la costruzione della nuova Unità Pastorale S. Eraclio-Cancellara, che, avendo S. Eraclio come baricentro, si estende fino a Cancelli, abbracciando tutti paesi della collina; unità non solo nella forma, ma nella sostanza, con la volontà di accogliere il rinnovamento strutturale di un territorio chiamato a rivivere le tradizioni della fede e a far rifiorire la montagna, in una concordia di intendimenti e di programmi futuri che mirano all’accoglienza e alla speranza per ogni persona. Fondamentali gli incontri di carattere sociale con le varie istituzioni, ma anche quelli in cui ci siamo ritrovati a discutere su alcuni temi-chiave del nostro tempo: “L’educazione condivisa” e “Il bene comune”.
Incisiva la presentazione della Lettera Pastorale. Oltre ad avere l’occasione di sgranare insieme le pagine del testo e scoprire le perle che contengono, da essa, che è un chiaro orientamento per la Chiesa particolare di Foligno, abbiamo ricevuto gli indirizzi propositivi che il Vescovo ha voluto affidare alla nostra Unità Pastorale: espandere l’esperienza dei centri di ascolto della Parola di Dio, in modo che tutte le parrocchie siano invase dall’evangelizzazione della Parola; volgersi con slancio rinnovato verso la vita diocesana; scrivere la nuova pagina dell’Unità pastorale, segno dei nuovi tempi e unico modo per mettere in rete le ricchezze di fede dei piccoli paesi; sfruttare il grande carisma dell’accoglienza dell’oratorio continuo presente in S. Eraclio, creando, attraverso i ragazzi e le giovani famiglie, un nuovo capitolo della pastorale familiare, grande sfida del futuro. Ma questi progetti vanno coltivati in luoghi e spazi adeguati, in cui le diverse attività abbiano la possibilità di coesistere armonicamente senza intralciarsi; da qui la forte sollecitazione dell’intera comunità perché la Chiesa di Foligno sostenga il sogno di S. Eraclio, la realizzazione del “centro giovani”. Come avviene per tutte le inondazioni, dopo il loro passaggio cambia il territorio invaso, ma cambia un po’ anche il fiume che le ha prodotte.

© Gazzetta di Foligno – FRANCESCO SAVI

Notizie Storiche
Secondo un’antica tradizione, S. Eraclio fu un martire che venne ucciso nel 254; ma non si sa con precisione quando si sia formato un paese con questo nome. La prima notizia certa che abbiamo risale agli anni 982-990, si trova in un documento farfense e riguarda la chiesa di S. Eraclio (non si parla di un castello); ci viene detto che tale chiesa era posta nel territorio di Foligno e tuttavia costituiva possesso della chiesa benedettina di S. Marco in Spoleto. Sappiamo con sicurezza che le prime case attorno alla chiesa di S. Eraclio vennero costruite a metà del tredicesimo secolo; nel quattordicesimo e nel quindicesimo secolo si aggiunsero altre case costruite da gente che dalle colline circostanti scendeva in pianura, secondo un movimento demografico tipicamente moderno.
La parrocchia di S. Eraclio nel 1480 contava 266 anime; nel 1573 ne contò 500; nel 1912, giunse a 2012; nel 1940 salì a 2800; nel 1985 salì ancora a 3612; nel 2010 ne conta circa 6000. In realtà, la popolazione di S.Eraclio, dalla fondazione del paese in poi, è sempre cresciuta di numero.
Intorno al 1912 la popolazione di questa parrocchia era composta per metà da artigiani ed operai, per l’altra metà da contadini; ma alla distanza di un secolo, i contadini sono pressoché scomparsi.
Tra Ottocento e Novecento la passione politica cominciò a caratterizzare questa popo- lazione; all’inizio erano soprattutto i partiti anticlericali (radicali, repubblicani, socialisti) ad accendere tale passione; dopo gli anni del fascismo, predominò invece il Partito Comunista.
Tra i parroci del XX secolo va particolarmente ricordato Don Luigi Polanga (1901- 1937), un prete che si era formato nella temperie culturale e pastorale di papa Leone XIII; egli infatti fu solerte organizzatore di utili iniziative anche laiche come le fieremercato; fu lui a costruire il grande teatro parrocchiale e a fondare l’asilo infantile parrocchiale; fu anche uno dei più attenti storici del paese. Suo successore fu Don Guglielmo Spuntarelli, ma per un breve periodo (1937- 1941). Poi venne Don Mariano Filippini, generoso ed amato educatore della gioventù del paese (1941-1949); a lui successe Don Francesco Conti (1949-1953), per un breve periodo; invece per molti anni fu parroco Don Luciano Raponi (1953-1990), abile tessitore di relazioni umane e cristiane, restauratore della chiesa di S. Pietro e di S. Marco, creatore nel 1961 di un’importante manifestazione paesana: il “Carnevale dei ragazzi”. Il penultimo parroco è stato Don Eros Mancinelli (1990-2005), che si è dedicato alla pastorale con grande cuore ed è stato attento a creare una liturgia parrocchiale solenne e partecipata.
Attualmente è parroco mons. Luigi Filippucci, che, nel ricordo di Don Mariano Filippini, ha creato un Oratorio tra i più partecipati e vivi. Lo stile pastorale che regge, in questi anni, la comunità parrocchiale di S. Eraclio si potrebbe riassumere nel detto “essere presenti nel territorio”, cioè alle istituzioni sociali, ai problemi delle famiglie, all’ accoglienza degli stranieri, ecc.
I cinque paesi collinari a oriente di S. Eraclio

Sono cinque i paesi collinari a oriente di S. Eraclio: Cancellara, Scandolaro, Colle Scandolaro, S. Stefano dei Piccioni e Roviglieto. La storia di questa composita comunità par- rocchiale, incentrata su Cancellara, non comincia però a Cancellara, toponimo che, come quello di Scandolaro, non è ricordato nelle più antiche Carte del monastero di Sassovivo (sec. XI-XIII); invece è ricordato il toponimo di S. Stefano, poi chiamato “dei Piccioni”. Nel 1573, in occasione della Visita apostolica del vescovo Pietro Camaiani, gli abitanti di S. Stefano dei Piccioni (“Pipionum”) si lamentarono di non avere parroco e di essere stati inglobati nella parrocchia di Cancellara; ma S. Stefano contava 10 famiglie, invece Cancellara ne contava già 36. La comunità di Cancellara era composta, agli inizi del Novecento, da 255 anime; nel 1940 scese a 245 anime; nel 1985 scese ancora a 196 anime; successivamente avrebbe visto diminuire ancor più i propri abitanti, se nel 1986 non avesse ereditato le ex-par- rocchie di Maria SS. Assunta in Roviglieto e di S. Sebastiano in Scandolaro (che già a sua volta aveva incluso nel 1856 quella di Colle Scandolaro). Oggi questi cinque paesi contano in tutto circa 330 abitanti: il paese più popolato è Colle Scandolaro (120 abitanti), poi viene Cancellara (70), poi Scandolaro (60), infine S. Stefano dei Piccioni (55) e Roviglieto (25). Per lunghi secoli, questa popolazione si è dedicata soprattutto alla coltivazione degli ulivi e in secondo luogo all’allevamento di ovini; alcuni facevano il mestiere di calcinaroli. Recentemente la situazione economica e culturale si è molto modificata in meglio: si può dire, per esempio, che i semplici braccianti presenti a Cancellara un secolo fa, siano oggi totalmente scomparsi. Anche l’analfabetismo, che nei primi anni del Novecento colpiva la metà degli abitanti, è del tutto scomparso. L’identità paesana di questi agglomerati è molto forte; per esempio, chi abita a Scandolaro ritiene di avere poco da condividere con chi abita a Cancellara, così si dica tra chi abita a Roviglieto rispetto a coloro che abitanto a S. Stefano dei Piccioni. Si potrebbe annotare che il cimitero, sottostante a Cancellara, in cui sono sepolti tutti i morti dei cinque paesi, costituisca il più evidente fat- tore di unificazione. Dal punto di vista religioso, queste comunità sono molto legate alle tradizioni e alle devozioni popolari. Tipica è la frequenza ai sacramenti in occasione delle feste celebrate nei tre santuari più vicini: la Madonna del Riparo, Santi apostoli Pietro e Paolo di Cancelli, Madonna delle Grazie di Rasiglia (que- st’ultimo santuario è particolarmente amato dai fedeli di Roviglieto). Si noti che oggi la cura pastorale della ex- parrocchia di Maria SS. Assunta in Roviglieto, pur facendo parte dal 1986 della parrocchia di Cancellara, è affidata, come anche la frazione di S. Stefano dei Piccioni, a Don Cristian Bogdan, vice parroco in S. Eraclio, in aiuto al parroco padre Bernardo (Adelmo) Poggi, francescano conventuale.

© Gazzetta di Foligno – DANTE CESARINI

La situazione attuale
Dalle risposte al questionario della Visita Pastorale di monsignor Gualtiero  Sigismondi, predisposte dal parroco di S. Eraclio, monsignor Luigi Filippucci, dal Vicario parrocchiale don Cristian Bogdan e dai loro  collaboratori, risulta, fra l’altro, che, alla luce  del Sinodo Diocesano, celebrato durante l’episcopato di monsignor Arduino Bertoldo,  i giovani sono stati coinvolti nel Consiglio pastorale parrocchiale, nella pastorale del lavoro, nella catechesi, nel volontariato,  nelle celebrazioni liturgiche e nell’Oratorio, nelle cui attività, ispirate al progetto educativo elaborato dalla Diocesi,  da più di cinque anni sono  coinvolti “circa 350 ragazzi, 100 giovani e 50 adulti”. Sul rapporto con chi non crede  e con chi  professa una fede diversa, nel fascicolo si legge  che “Grandi passi in avanti si stanno facendo attraverso la Caritas, l’Oratorio, il rapporto diretto, la promozione delle persone sul territorio”. A proposito della vita  liturgica, va sottolineata la collaborazione delle signore Giuseppina Fioretti e Antonietta Paci, ministri straordinari della Comunione, e, oltre a quella del gruppo dei ministranti,  la preziosissima presenza del coro parrocchiale, del suo direttore e di due organisti – attualmente si sta lavorando, per affidare  l’animazione di alcune celebrazioni  “a famiglie e gruppi” -. In particolare, segnaliamo, in relazione al Sacramento del matrimonio, il fatto  che in parrocchia vengono promossi incontri per giovani coppie e “corsi per fidanzati da novembre a maggio”;  si ha pure attenzione   per le famiglie in crisi coniugale o “irregolari”. Tra le risposte alla  parte del questionario, che si apre con l’interrogativo: “Come siamo Chiesa?”, registriamo  quella che  lamenta  che i mezzi di comunicazione  diocesani – Gazzetta di Foligno, Radio Gente Umbra  e Sito Internet  Diocesano –  sono “lontani dalle parrocchie”; un invito, dunque, a fare ancora di più, per rendere efficaci strumenti di comunione  questi mezzi  di comunicazione diocesani, in particolare questo settimanale – da ricordare che  in  parrocchia da molti anni si pubblica il periodico “Sant’Eraclio” -. Nell’ultima parte della sezione pastorale del fascicolo, alla domanda relativa alla Caritas parrocchiale, si risponde che esiste un “Centro di ascolto”, aperto il mercoledì, dalle  15 alle 16, “sempre vicino ai bisogni delle famiglie”; riguardo agli immigrati, si fa presente che la parrocchia promuove iniziative a loro favore, “attraverso l’Oratorio e la Caritas”. “Esperienze sul campo”, oltre che incontri formativi, vengono realizzate, in collaborazione con la Caritas diocesana,  per educare i giovani al volontariato. A conclusione di queste brevi note sulla multiforme attività,  che si svolge nella comunità cristiana di Sant’Eraclio, vogliamo ricordare che a questa parrocchia è pastoralmente unita anche la frazione di  Roviglieto  e che nel suo territorio sorge un importante luogo di preghiera, vale a dire  il Monastero agostiniano  di Santa Maria di Betlem.

Parrocchia di Cancellara
Dalle risposte al questionario della Visita Pastorale di monsignor Gualtiero Sigismondi, presentate da padre Bernardo Adelmo Poggi O.F.M.Conv. , parroco di Cancellara, Scandolaro, Colle Scandolaro e Santo Stefano dei Piccioni, risulta che per la catechesi in preparazione ai Sacramenti della Penitenza, dell’Eucaristia e della Confermazione, si fa riferimento alla parrocchia di Sant’Eraclio; da alcuni anni, infatti, è stata costituita, l’Unità Pastorale di Sant’Eraclio-Cancellara; si apprende anche che delle tre catechiste presenti nel territorio, due svolgono la loro attività a Sant’Eraclio ed una nella parrocchia di Santa Maria Infraportas.
A proposito della vita liturgica, c’è da dire che è ammirevole lo zelo del parroco, che, nei giorni festivi, celebra la Santa Messa in tre chiese e può contare sulla collaborazione di don Cristian Bogdan per l’Eucaristia a Santo Stefano; lo stesso sacerdote segue costantemente la comunità di Roviglieto, giuridicamente inserita nella parrocchia di Cancellara, ma pastoralmente affidata a quella di Sant’Eraclio.
Va pure segnalato che il ministro straordinario della Comunione Stefano Costarelli, di Colle, svolge saltuariamente il suo compito all’Ospedale “San Giovanni Battista”, e che è “molto attesa e desiderata” la benedizione annuale delle famiglie, in preparazione alla Santa Pasqua; da sottolineare inoltre che, nelle quattro frazioni, che dispongono anche di un Cimitero, si fanno annualmente sei processioni: tre a Scandolaro, per la festa di san Sebastiano, le altre a Cancellara (dove opera una benemerita Comunanza Agraria), per la festa di sant’Antonio Abate, a Colle, per la solennità dell’Assunzione della beata Vergine Maria, e a Santo Stefano dei Piccioni, il 26 dicembre.
La devozione alla Vergine Maria ha il suo “storico” punto di riferimento nel Santuario della Madonna del Riparo, di proprietà della signora Marisa Federici.
Nell’ultima parte della sezione pastorale del fascicolo, dalla risposta al quesito relativo alla Caritas parrocchiale, si apprende che alle necessità materiali di alcune famiglie provvede personalmente il parroco.
Questi, da molti anni, risiede presso “Casa Serena Ex-ONPI” di Sant’Eraclio, gestita dall’Azienda Unità Sanitaria Locale n. 3 di Foligno, di cui è cappellano don Lindo Augustin Malonge.

© Gazzetta di Foligno – SERGIO ANDREOLI
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